Chakras e Risonanza costruttiva

 

Chakras e Risonanza costruttiva

Cakra, Chakra o Chakras: i vortici di energia vitale

 
a cura di Marco Stefanelli, Ph.D. Indovedic Psychology
 
 
Introduzione
 
I chakra sono centri di energia sottile dentro di noi. Sono una realtà che possiamo percepire e sperimentare, pur tuttavia, attualmente non possono essere dimostrati e analizzati scientificamente con gli strumenti di laboratorio convenzionali. Per questo motivo, quando leggiamo testi sull’argomento, troviamo una base di comprensione comune ma anche delle differenze nel modo in cui vengono spiegati e interpretati dalle varie scuole di pensiero, per esempio per quanto riguarda le loro funzioni, le qualità, i loro effetti e le tecniche e le modalità di risveglio e armonizzazione.
 
I sette centri energetici principali sono chiamati chakra che significa “ruota” o “vortice” perché l’energia vitale (Prana) si irradia da essi verso l’esterno in senso centrifugo, come dal mozzo di una ruota.
 
Secondo il mistico e maestro Yogananda l’energia irradiata non proviene dal nostro corpo ma da una Fonte Cosmica ed entra nel nostro corpo tramite il nostro polo ricettivo negativo del sesto chakra (Agya) situato nel midollo allungato nel punto in cui la spina dorsale si congiunge con la base del cervello. Il midollo allungato in pratica agisce come un’antenna per l’energia cosmica dell’AUM. In seguito viene immagazzinata nel settimo chakra (Sahasrara) che è la principale “dinamo” del nostro corpo astrale (corpo energetico). Da qui il prana fluisce verso il basso per essere distribuito dai cinque chakra inferiori (sottodinamo) alle diverse parti del corpo.
 
Ogni chakra è quindi essenziale e necessario per la vita così come le sette note musicali di un’ottava sono necessarie per creare una bella sinfonia. Per creare armonia tutte le note devono essere accordate tra loro. Ogni nota svolge un ruolo importante e può essere suonata con talento nella sua piena purezza e bellezza oppure con scarso talento senza consentire a noi esseri umani di sperimentare ed esprimere gli aspetti più sublimi della divinità che è in noi.
 
Per meglio comprendere i chakra dobbiamo comprendere il Cosmo e l’Uomo Cosmico.
Secondo l’antica scienza dello Yoga il nostro microcosmo è un riflesso perfetto del macrocosmo: “Come sopra, così sotto”. I chakra sono una parte centrale di questa struttura.
La scienza moderna sta sempre più confermando quello che i saggi vedici hanno proclamato già migliaia di anni fa. Ad esempio gli scienziati hanno dimostrato che l’Universo materiale è in realtà costituito da energia. La materia non è altro che energia “congelata” che può essere riconvertita in energia.
Attualmente i fisici quantistici hanno dimostrato che l’energia è governata dal pensiero e dalla coscienza.
La scienza del ventesimo secolo assomiglia sempre più a una pagina dei Veda, le antiche e sacre Scritture indovediche.
 
I chakra sono situati nel corpo astrale. Anche il corpo causale ha i suoi chakra fatti di pensieri, mentre il corpo fisico ha i corrispondenti plessi. Questi corpi comunicano tra loro attraverso i chakra grazie ad un intreccio di prana e coscienza. Il legame finale è un “nodo” alla base della spina dorsale chiamato “Kundalini” che tiene legata la coscienza alla materia e solo sciogliendolo la nostra coscienza potrà ascendere alle sfere superiori.
 
Secondo gli antichi insegnamenti yogici il nostro corpo fisico non è altro che una condensazione delle energie emanate dai chakra. Se spegnessimo le correnti dei chakra il corpo si dissolverebbe.
Ad animare il corpo fisico sono le sottili forze astrali (prana) che si sono evolute dall’ancor più eterica creazione causale fatta di pensieri. Dietro a tutto questo c’e’ l’anima, il nostro vero Sé. Quanto più è profonda la nostra percezione interiore, tanto più ci avviciniamo alla divinità. Il nostro sentiero è fondamentalmente quello di immergerci sempre più profondamente nel nostro essere per realizzare chi siamo veramente.
 
I sette chakra fanno parte del nostro sistema nervoso astrale che nelle Scritture vediche è chiamato “albero Ashvattha” o albero della vita che ha le sue radici in alto perché la sua linfa (Prana) discende dal Cosmo e viene immagazzinata nel Sahasrara chakra, da qui scende nella spina dorsale che è il “tronco” dell’albero con i relativi chakra e dai quali la linfa del prana viene distribuita in tutto il corpo tramite i “rami” (nervi periferici) dando vitalità all’organismo e rendendo possibile l’attività sensoriale. Il corpo fisico emana in realtà dal più sottile corpo astrale e i suoi 72.000 nervi astrali si chiamano “Nadi“.
 
La forza di volontà muove il prana attraverso le nadi. Il flusso del prana nei nervi sensoriali è causato sia dalla forza di volontà divina che dalla volontà umana metre il flusso del prana nei nervi motori è causato esclusivamente dalla nostra volontà. Se ritiriamo il prana dai nervi motori il risultato è un completo rilassamento. Se invece ritiriamo il prana dai nervi sensoriali sperimentiamo la completa interiorizzazione e se durante questa interiorizzazione eleviamo il prana portandolo in alto nella sushumma la nostra coscienza si dirige verso lo Spirito.
Quando il prana fluisce dai chakra verso l’esterno, tramite il sistema nervoso, la nostra coscienza è centrata nei sensi e nella percezione del mondo esterno mentre quando la forza vitale si muove all’interno verso le terminazioni interiori del sistema nervoso (chakra) la nostra coscienza percepisce l’anima, il Sé. Se la forza vitale si dirige dai chakra verso l’alto, la coscienza si dirige verso l’unione con lo Spirito (Yoga).
 
La spina dorsale astrale e i chakra sono costituiti di energia pertanto non possono essere rigorosamente definiti, collocati e limitati. L’energia è fluida per cui può diventare più larga o più sottile e può fluire in molti modi. Alcuni la percepiscono al centro del corpo mentre altri verso la parte posteriore.
 
I chakra sono anche chiamati “Loti” perché ognuno di essi ha un certo numero di “petali” (correnti o raggi) e ogni petalo ha una specifica funzione che porta luce e vita a una determinata parte del corpo. Ogni petalo, essendo una vibrazione, produce anche un suono unico e questi suoni furono uditi interiormente dagli antichi yogi che crearono con essi l’alfabeto sanscrito. Il suono di ogni petalo divenne una delle cinquanta lettere di questo alfabeto ancestrale. Il sanscrito quindi è la potente lingua dei chakra, completamente diversa da qualsiasi altra lingua del nostro pianeta, infatti il sanscrito è definito come “devanagari“, lingua degli angeli o divina. I suoi cinquanta suoni seme sono infatti dei bija-mantra e vengono pronunciati nei sacri mantra e nelle meditazioni.
 
Recitare i mantra è una splendida pratica spirituale ma spesso si commette l’errore di credere che il progresso spirituale dipenda esclusivamente dai nostri sforzi personali come se con le sole tecniche potessimo imbrigliare l’Infinito o il Divino. La corretta comprensione di tali pratiche, infatti, include Kripa, la Grazia divina e per ottenerla è necessaria la devozione. Il nostro “cuore” deve essere sinceramente coinvolto perché senza devozione e amore nessun mistico ha mai raggiunto la meta suprema dello Yoga.
 
La musica è capace di penetrare direttamente nei chakra donando loro nuova luce e potere risvegliando la loro vita interiore. La musica trasmette molto più dei semplici suoni, infatti i suoi ritmi, melodie e armonie toccano direttamente i chakra risvegliando in essi specifici stati di coscienza. La musica può risvegliare l’intero spettro degli stati d’animo e dei sentimenti dei nostri chakra, buoni e cattivi, luminosi e oscuri, divini e mondani. La musica è più potente di quello che si pensa, è bene sceglierla consapevolmente e con discernimento.
 
I nostri chakra vibrano in risonanza con la musica e i suoni che hanno la loro stessa vibrazione.
 
La musica può portare l’energia dei chakra in due direzioni, verso l’alto, esprimendo le loro qualità divine ed elevanti e verso il basso, esprimendo le qualità egoiche e mondane.
 
La musica può esercitare tre tipi di effetti sui nostri chakra:
 
– Sattvico: quando l’energia fluisce verso l’alto stimolando il potenziale divino con influenze di calma, purezza, felicità, gioia, elevazione;
 
– Rajasico: quando l’energia dei chakra fluisce verso l’esterno affermando l’ego con tutte le sue emozioni umane e ambizioni personali. E’ energizzante ma irrequieta;
 
– Tamasico: quando l’energia dei chakra fluisce verso il basso stimolando le sue caratteristiche più grossolane. Questo tipo di musica ha influenze deprimenti, violente e sessualmente stimolanti.
 
Il suono è il più grande potere dell’Universo e può stimolare profonde esperienze mistiche. In India questa scienza sacra è chiamata Nada Yoga, unione divina attraverso il suono. La sua influenza è più incisiva di quella di qualsiasi altra forma d’arte poiché è una diretta espressione dell’AUM, il suono sacro primordiale.
 

chakras caduceus 1
 
 
I centri sottili rotanti dell’Energia Vitale
 
Il termine Cakra, solitamente translitterato in Chakra, proviene dal sanscrito e significa “ruota“, ma ha molte accezioni tra le quali quella di “plesso” o vortice. È un termine utilizzato nella filosofia e nella fisiologia tradizionali indiane. Nella tradizione occidentale moderna tali chakra vengono talvolta identificati con il nome di Centri di Forza o Sensi Spirituali, che in medicina corrispondono alle ghiandole endocrine.
 
I Chakra (dal sanscrito: “ruota”, “cerchio”, “movimento”, “vortice”) sono, secondo la antica dottrina indovedica dei Tantra, centri sottili d’azione presenti nel corpo umano anche se non ne siamo consapevoli, ed estremamente importanti perché accumulano, elaborano e trasmettono l’energia vitale universale, e cioè il Prana, o Chi, nell’individuo. Questi “vortici d’energia” inducono stati psichici diversi, che la medicina moderna spiega come cambiamenti biochimici prodotti dall’attività delle ghiandole endocrine.
 
La visione che nel complesso organismo umano vi siano una serie di ricettori e trasmettitori di energia è avvalorata anche dalla scienza medica, che con parole differenti esprime però delle basilari analogie. Sebbene i Chakra abbiano i loro corrispettivi organici (plesso solare, plesso cardiaco etc..), non possono però essere identificati con quest’ultimi, in quanto appartengono a un livello sottile, “eterico” della realtà fenomenica. In essi l’universo fisico e psichico dell’uomo si intersecano, compenetrandosi a vicenda.
 
I testi antichi parlano di 88.000 Chakra: praticamente ogni punto del corpo umano è in grado di captare modificare e distribuire l’energia. Tali centri si addensano soprattutto nella nuca, attorno alla milza, nella palma delle mani e nella pinta dei piedi. Ma si tratta di centri minuscoli che nell’intero quadro energetico hanno poca rilevanza. Sette invece sono i chakra principali, che formano l’essenza del Kundalini Yoga, tutti disposti lungo l’asse cerebrospinale, o Sushumna, il canale fondamentale di energia. I primi sei sono all’interno del corpo, mentre il settimo si trova all’esterno, sulla sommità del capo.
 
Grazie a specifici esercizi di meditazione, l’individuo può riuscire a “svegliare” la forza spirituale Kundalini, dormiente in forma di serpente arrotolato alla base della colonna vertebrale, nel primo chakra. Una volta attivata, Kundalini prende a salire, attraversando uno dopo l’altro i chakra successivi, creando stati sempre più particolari di consapevolezza, di beatitudine (ananda) e facendogli acquisire poteri psichici. Riuscire a entrare in contatto con questi centri, riconoscerne le qualità, potenziarne le attività è fondamentale per ottenere un equilibrio sempre più armonico. Per questo, i chakra vengono chiamati anche centri di coscienza.
 
Secondo la tradizione tantrica, il corpo umano è attraversato da tre fondamentali canali d’energia (nadi), che si trovano lungo la colonna vertebrale: Sushumna, all’interno dell’asse cerebrospinale, che funge da elemento equilibrante tra le altre due “arterie” sottili, Ida (lunare, rinfrescante, calmante, assimila il Prana attraverso la narice sinistra; corrisponde al sistema nervoso parasimpatico, Pingala, (solare, piena di calore, assimila il prana attraverso la narice destra), corrispondente al sistema nervoso simpatico.
 
 
chakrann
 
 
I chakra sono punti di forza umani, a volte associati a gangli (granthi) o organi fisici, tra i quali si muoverebbe un’energia variamente definita (prana, o in casi particolari kundalini o avadhuti) e la loro conoscenza è trasmessa da molti sistemi di yoga, nelle diverse tradizioni induiste, buddhiste e jainiste con mappature diverse. Molte tradizioni concordano sul fatto che i chakra agiscano come valvole energetiche.
 
Uno squilibrio a livello di un chakra determinerebbe uno squilibrio d’energia nei determinati organi associati. Molte moderne terapie naturali, soprattutto la Cristalloterapia ed il Reiki, si basano sull’analisi dei chakra; la Riflessologia e l’Aromaterapia lavorano sugli stessi meridiani e la meditazione e visualizzazione basate sui colori, sarebbero strumenti importanti per bilanciare i chakra.
Ciascuno dei chakra ha il proprio centro in una delle sette ghiandole a secrezione interna del sistema endocrino corporeo e ha la funzione di stimolare la produzione ormonale della ghiandola.
 
Secondo il Vedanta, il corpo fisico e il corpo sottile (Suksma Sarira: le emozioni, pensieri, percezioni, stati di coscienza) formano un insieme. Questi due corpi sono collegati a livello dei chakra, quindi agendo sul corpo fisico si produrrà un effetto su quello sottile e viceversa.
 
I chakra vengono assimilati al Loto, questo perché benché esso nasca da acque stagnanti e putrescenti, dà origine ad un fiore bellissimo e candido. Proprio per tale peculiarità è considerato un simbolo di purezza: nato dal fango ma non macchiato da esso. Nella simbologia indiana le acque stagnanti rappresentano l’indistinzione primordiale del caos e il loto che da esse sorge rappresenta l’elevazione spirituale. Ogni “loto”, ha un numero particolare di petali, un particolare Yantra (mandala o forma geometrica archetipa), un mantra ed è associato ad un elemento (tattva), ad un senso e ad un colore.
 
Gli esseri umani, la maggior parte degli animali ed alcune piante avrebbero sette chakra principali o primari. Secondo alcune tradizioni, ogni chakra assomiglierebbe ad un piccolo vortice con la parte più stretta dell’imbuto orientata verso il corpo ed ogni chakra (con l’eccezione di due) avrebbe due metà o poli, una rivolta verso la parte anteriore e l’altra verso la parte posteriore del corpo.
 
Il secondo gruppo per importanza è composto da chakra minori che si troverebbero nei polpastrelli, al centro del palmo delle mani, in alcune aree dei piedi, nella lingua o altrove. Il terzo gruppo è composto da un numero praticamente incalcolabile di chakra di dimensioni piccole e minuscole; infatti, in ogni punto in cui si incontrano almeno due linee energetiche, anche infinitesimali, si troverebbe un chakra.
 
 
 
Cenni scientifici sui Chakra e i Veda

 

 

“La scienza del ventesimo secolo sembra così riecheggiare una pagina degli antichi Veda”
 
da Autobiografia di uno yogi di Paramhansa Yogananda
 
 
Cenni scientifici sui Chakra
 
di Devika A. Camedda
 

Il sistema nervoso
 
È interessante esplorare le curiose corrispondenze tra la scienza occidentale e l’antica scienza dello yoga. Esiste, infatti, una stretta connessione tra l’anatomia e la fisiologia del sistema nervoso e l’anatomia energetica dei chakra e delle nadi. Per comprendere queste connessioni, occorre conoscere qualche elemento del sistema nervoso umano.
Il sistema nervoso è la rete di comunicazione tra le varie cellule nervose. È co­stituito dal sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale), dal sistema nervoso periferico e dal sistema nervoso enterico (che controlla il tubo digerente).
Il cervello integra le varie attività dell’organismo e le armonizza con le richieste dell’ambiente.
È utile sapere che all’interno del cervello, in una par­te molto antica, si trova il sistema viscerale emotivo, una struttura che controlla il sistema endocrino e comunica con il sistema nervoso enterico ed è coinvolta nella regolazione delle emozioni. Si inizia, quindi, a notare come il funzio­namento delle viscere e le emozioni abbiano un legame importantissimo nell’uomo.
Il midollo spinale è quella formazione cilindrica che corre all’interno della colonna vertebrale; è il centro di coordinazione dell’attività dei nervi che colgono le sensa­zioni dall’esterno e dall’interno, e dell’attività motoria sia dei muscoli scheletrici che muovono il corpo, sia dei mu­scoli lisci che consentono alle viscere di funzionare. Il mi­dollo consente la comunicazione tra la periferia e il cervello.
 
 
Il sistema nervoso periferico
 
La periferia è controllata dal sistema nervoso periferico, che si distingue in somatico (che governa i muscoli scheletrici garantendo all’uomo di guidare volontariamente la macchina corpo) e autonomo (responsabile dell’istinto e del funzionamento degli organi). Il sistema nervoso autonomo è quel complesso sistema di cui non siamo direttamente consapevoli. Tutte le nostre funzioni vitali, come il battito del cuore, la respirazione o la digestione, sono svolte indipendentemente dal nostro controllo diretto. Praticando lo yoga degli asana e le pratiche energetiche, possiamo però agire in maniera indiretta. Il sistema energetico dei chakra, infatti, è in grado di consentire la comunicazione tra la nostra consapevolezza e il nostro corpo fisico ed emozionale
 

Il sistema nervoso enterico
 
Torniamo alla terza parte del sistema nervoso, il sistema nervoso enterico. Esso regola le funzioni del tratto gastro-intestinale, anch’esso in maniera involontaria e addirittura potenzialmente in maniera autonoma dal sistema nervoso centrale, come se fosse un secondo cervello. Anche il numero enorme di neuroni che lo com­pongono lo rende un vero e proprio cervello.
Per comprendere l’importanza di questa specificità, si pensi che i primi organi­smi multicellulari possedevano una struttura tubolare: una parte del sistema ner­voso si occupava di ricevere le informazioni dall’esterno del tubo (pelle) e un’altra parte si occupava di regolare l’interno del tubo (digestione): una parte doveva co­municare con l’altra.
Così, in tutti gli organismi multicellulari con colonna vertebrale è presente un sistema nervoso centrale che riceve le informazioni dall’esterno e coordina il movimento e le funzioni cognitive, e un sistema nervoso enterico che riceve le informazioni dalle viscere.
Questi due grandi sistemi sono messi in comuni­cazione dal sistema nervoso autonomo.
 

Il sistema nervoso autonomo
 
Il sistema nervoso autonomo è costituito da due parti con funzioni e anatomia differenti: il sistema nervoso simpatico e il sistema nervoso parasimpatico.
Il sistema nervoso simpatico si attiva nelle situazio­ni di stress, ancestralmente la lotta o la fuga, mentre il sistema nervoso parasimpatico si attiva durante il riposo e consente la rigenerazio­ne. Questa dualità ha non poche assonanze con le caratteristiche di ida pingala.
Il simpatico è detto anche toraco-lombare, per­ché per arrivare a innervare i tessuti, i suoi nervi fuoriescono dal tratto del midollo corrisponden­te al torace fino alla terza vertebra lombare. An­cora più interessante è che per arrivare ai tessuti, esso usa coppie di nervi. La prima coppia, detta pregangliare, è costituita da nervi corti che crea­no una corda parallela al midollo spinale, da cui partono poi i secondi nervi della coppia.
Il parasimpatico è detto invece cranio-sacrale, perché è da questi tratti del midollo (midollo al­lungato e sacro) che fuoriescono i nervi che in­nervano tutti i tessuti e gli organi a cui arriva anche il sistema simpatico. Anche questo sistema funziona con coppie di nervi, ma in questo caso i primi neuroni della coppia sono lunghi e arrivano in prossimità di tessuti e organi, che innervano con i secondi neuroni della coppia.
Il centro di coordinazione dell’attività parasimpatica è situato non in una cor­da, come nel caso del simpatico, ma in plessi, per l’appunto i plessi di nervi (o gan­gli) che costituiscono quel secondo cervello che è il sistema nervoso enterico.
Questi plessi sono situati nei punti in cui classicamente sono posizionati i chakra. Ci sono moderne ricerche che hanno sottolineato come l’esperienza del risve­glio di Kundalini abbia a che vedere con la fisiologia del sistema nervoso enterico.
 
chakra111
 
 
Corrispondenza con l’anatomia sottile
 
A questo punto, non stupisce che l’anatomia dei tre sistemi descritti ricordi incredibilmente l’anatomia sottile.
 
Il grosso canale sushumna nadi sembra il midollo spinale; il sistema nervoso dell’eccitazione corrisponde a ida nadi (l’energia del risveglio, dell’eccitazione, la corrente che sale); quello parasimpatico corrisponde a pinga/a (la calma, la corren­te discendente). Il sistema dei chakra, collegati al funzionamento degli organi ma anche dell’emotività, sarebbe il sistema enterico, con i suoi cervelli sparsi lungo il corpo, allineati verticalmente.

Il sistema della calma, il parasimpatico, è legato alla parte più alta e più bassa del midollo spinale: una parte è legata alle funzioni del quinto e sesto chakra e un’altra al primo chakra e al risveglio di Kundalini. È interessante notare come il Maestro spirituale Paramhansa Yogananda dicesse che le pratiche che consentono un pro­fondo rilassamento vigile portano al risveglio di Kundalini, che tuttavia, una volta risvegliata, è come un fulmine che sale verticalmente, il che ricorda la corda paral­lela al midollo spinale, che è invece il canale del sistema nervoso simpatico.

Questa interruzione del sistema nervoso parasimpatico a livello del centro del corpo ricorda il concetto di Void o vuoto o Bhavasagara (oceano delle illusioni), che non consente una spontanea risalita di Kundalini se non attraverso pratiche spirituali, di purificazione e di controllo dell’energia.
Le stesse tecniche di pranayama, che inizialmente si fondano sul controllo del respiro, quando vengono portate a una profondità adeguata consentono il control­lo del sistema nervoso e dei flussi in ida pingala, cioè non più respiro, ma vera e propria energia, vale a dire quell’elettromagnetismo che i nervi veicolano.

I plessi gangliari dell’enterico non corrispondono comunque materialmente ai chakra, che non sono specifici plessi o parti del corpo, ma vortici di energia. Il loro fulcro, tuttavia, potrebbe corrispondere a questi plessi, in quanto esiste una forte corrispondenza a livello di funzioni organiche ed emotive. enterico, infatti, comunica alla parte del cervello detta viscerale-emotiva il funzionamento degli or­gani, ma anche l’emozione che viene, appunto, elaborata nel cervello. Non ci sarà certo bisogno di spiegare questo concetto, in quanto è esperienza comune localiz­zare emozioni come la rabbia o l’amore nell’addome o nel cuore.

L’esperienza  spirituale, dunque, non è esclusivamente trascendentale, non è un qualcosa a cui credere per cieca fede, ma si concretizza in un’esperienza empirica, percepibile dentro di noi.
 
chakra vortici apertura armonizzazione bilanciamento risveglio

 

 

Domande e risposte sui Chakra

 
di Kriyacharya Jayadev Jaerschky
 
Tratte dal libro “Risveglia i Chakra” – Ananda Edizioni
 
Basato sugli insegnamenti e le tecniche di Paramhansa Yogananda
 
Ecco alcune comuni domande sui chakra, con le relative risposte.
 
DOMANDA: Che cosa si intende per chakra “aperto” e “chiuso”?
RISPOSTA: L’energia dei chakra può fluire in due direzioni: verso l’interno e l’alto o verso il basso e l’esterno. I chakra, quindi, vengono rappresentati talvolta con i petali rivolti in basso, talvolta con i petali rivolti in alto, a seconda del flusso di energia.
Di solito, durante tutta la giornata, la nostra energia fluisce dai chakra verso l’esterno, nel corpo e poi nel mondo circostante. In questo caso, anche se i chakra sono attivi, vengono comunque definiti spiritualmente “chiusi”, poiché i loro petali sono rivolti in basso come un loto capovolto. Ad esempio, una persona potrebbe essere pie­na d’amore, ma se quell’amore fluisce all’esterno verso il mondo e gli altri, il chakra del cuore è comunque spiritualmente “chiuso”, essendo chiuso ai misteri interiori.
Quando l’energia fluisce verso l’esterno, può avere molte qualità: una qualità pura (sattwica), irrequieta (rajasica) o oscura (tamasica). Parleremo in seguito di queste tre qualità.
 
Per aprire i chakra, è necessario rivolgere verso l’alto i loro petali durante la medi­tazione, allontanandoli dal corpo e dal mondo esterno per far sì che l’energia possa fluire nuovamente verso la sua fonte interiore. Allora si dice che il loto è “aperto”, perché solo quando l’energia viene ritirata dai sensi e fluisce in alto, verso l’occhio spirituale, possiamo vedere le luci interiori, udire i suoni interiori e percepire la beatitudine dell’anima. Questo processo non è facile: richiede la pratica quotidiana della meditazione, del pranayama (controllo dell’energia), della devozione e della sintonia con un Maestro spirituale.
 
Un metodo potente per aprire i chakra è rappresentato dai pranayama che stimo­lano il flusso dell’energia in i da, pingala shushumna. Molto utili in questo senso sono Ujjayi pranayama, Nadi shodanam e Chandra bedha, che fanno circolare con­sapevolmente l’energia su e giù lungo la spina dorsale. I chakra si aprono completa­mente con il risveglio dell’energia Kundalini, che si trova alla base della spina dorsale.
Come abbiamo detto, un altro ingrediente principale per aprire i chakra è la sin­tonia con un Maestro, un santo o un guru, i cui chakra sono aperti. Grazie a questa sincera sintonia interiore, i nostri chakra un po’ alla volta si dischiudono. Questo fenomeno può essere paragonato a una calamita posta accanto a una barra d’acciaio non magnetizzata: attraverso quel contatto, anche la barra d’acciaio si magnetizzerà.
 
DOMANDA: Che cos’è un chakra bloccato?
RISPOSTA: Un chakra è bloccato, ad esempio, nel caso in cui una persona non abbia alcun senso di radicamento (primo chakra), di potere (terzo chakra) o di amore (quarto chakra). Un blocco in un chakra si riferisce a qualche grosso ostacolo (una tendenza, o samskara, creata da molte vritti, o vortici) che ostruisce il flusso del chakra: una tendenza alla paura, per esempio, come pure tutte le emozioni dannose, gli stili di vita sbagliati, le tensioni, i traumi e gli attaccamenti.
 
DOMANDA: Come si puliscono i chakra?
RISPOSTA: I chakra sono influenzati e bloccati da molti vortici di energia, chiamati vritti. Ne parleremo nel capitolo “I chakra e la mente”, ma per ora im­magina semplicemente dei piccoli vortici che intasano ogni centro. Un potente flusso interiore di energia, creato da una forte pratica di pranayama, con il tempo può spazzare via questi vortici. Il KriyaYoga è specializzato in questo e purifica po­tentemente i chakra. Altri metodi — come la musica, gli oli essenziali, i trattamenti energetici e le visualizzazioni — possono avere effetti benefici, ma non sono una soluzione a lungo termine.
 
DOMANDA: È sufficiente stimolare i chakra?
RISPOSTA: Per il ricercatore spirituale non è sufficiente stimolare i chakra e i loro elementi. La semplice concentrazione dell’energia in un chakra non garantisce che quel flusso di energia sia diretto verso l’alto. Spesso, specialmente per quanto riguarda i tre chakra inferiori, e perfino in una certa misura per il chakra del cuore, un’insolita concentrazione di energia è indice di un flusso discendente, piuttosto che ascendente. Lo yogi cerca sempre di dirigere la propria energia verso l’alto. Specialmente quando si lavora con i primi tre chakra, è importante guidare la loro energia verso l’occhio spirituale, perché in caso contrario saranno stimolate le qua­lità esteriori (mondane) di questi centri.
 
Ad esempio, se stimoliamo il terzo chakra e il suo elemento fuoco, questo fuo­co può facilmente essere guidato dall’ego e manifestarsi come potere personale concentrato sull’ego, controllo degli altri, brama di conquiste terrene. Se, invece, quell’energia viene guidata verso l’alto dopo essere stata stimolata, si manifesteran­no le qualità superiori del chakra, in particolare l’autocontrollo, che conquista le “cittadelle” interiori della collera e dell’egocentrismo.
 
DOMANDA: Quali sono gli strumenti per stimolare i chakra?
RISPOSTA: Ci sono molti modi di stimolare i chakra. Puoi provarli tutti.
·  Canalizzare energia nei chakra, cioè tendere e rilassare i muscoli at­torno al chakra e poi sentire il chakra. Si può fare questa pratica anche senza tensione fisica, ma è più difficile. È già stata insegnata nel secondo capitolo.
– I bandha dell’Hatha Yoga (ne parleremo nel capitolo diciassettesimo).
– Pranayama che lavorino con il flusso di energia nella spina dorsale: spe­cialmente Nadi shodanam, Chandra bedha e Ujjayi pranayama.
– La concentrazione meditativa sui chakra: l’energia segue la concentra­zione. Quando ci concentriamo intensamente sui chakra nella meditazio­ne, automaticamente li stimoliamo.
– La visualizzazione dei chakra e dei loro elementi: si possono visualizzare i fiori di loto che si aprono, oppure l’energia o la luce, o l’elemento carat­teristico di ogni chakra: ad esempio, visualizzarsi come una roccia o seduti sopra una roccia, assorbendo le qualità del primo chakra. Troverai queste visualizzazioni sugli elementi nel capitolo quinto.
– Mantra: Yogananda insegnava (e consigliava caldamente) di cantare il mantra supremo, AUM, in ogni chakra. In questo senso egli si differenzia­va dalla comune tradizione yogica, che insegna spesso questi mantra:
LAM in muladhara chakra; VAM in svadhisthana chakra; RAM in manipura chakra; YAM in anahata chakra; HAM in vishuddha chakra; AUM in agya chakra.
– Sviluppare consapevolmente la particolare qualità di ogni chakra: l’a­more per stimolare il chakra del cuore; la calma saggia e distaccata per il chakra della gola, ecc. Queste qualità saranno descritte in dettaglio nel capitolo quinto, I chakra e la mente”.
– Le affermazioni: ad esempio: «Sono saldo e stabile come una roccia», men­tre ci si concentra sul primo chakra e sul suo elemento terra. Le afferma­zioni per i chakra verranno insegnate più avanti in questo stesso capitolo.
– I colori: visualizzare i colori in ogni chakra. Per la vita esteriore si possono usare i colori dell’arcobaleno: rosso per muladhara e così via. Per la nostra vita interiore, i colori sono diversi, come vedremo. Un esempio di tale pratica verrà offerto nel capitolo quarto.
– Le posizioni yoga praticate con la cosciente intenzione di stimolare e sen­tire i chakra. Ne parleremo nel capitolo dodicesimo.
– La musica: i nostri chakra rispondono alla musica. Questo argomento verrà discusso nel capitolo decimo.
– L’arte: ne parleremo nel capitolo undicesimo.
– Le essenze floreali: tema affrontato nel capitolo quinto.
 

chakra 3953090
 

I 7 Chakras principali
 
I chakra sono punti (centri energetici, porte girevoli, centri di forza) di connessione ai quali affluisce l’energia che scorre dal corpo di un individuo a quello di un altro (e dall’universo circostante).Tali porte sono in continua rotazione. Esistono chakra di importanza maggiore o minore. I primi sono deputati alla gestione delle funzioni più critiche dell’essere umano, mentre i secondi regolano i bisogni di tipo secondario.
Dei dodici chakra orientati all’aspetto fisico, sette sono localizzati all’interno del corpo umano. Noti da millenni a gran parte delle civiltà orientali e latino-americane (Maya) tali centri sono stati presi in considerazione da molti medici olistici occidentali soltanto in tempi recenti.
 
 

Chakra01

Muladhara

 
Primo chakra (centro basale, radice, liberazione)
 
E’ decisivo per la sopravvivenza degli individui, è connesso con gli istinti primari degli esseri umani. Localizzato nell’area genitale, riceve la propria struttura elementare dal nucleo familiare. In base a essa il soggetto prenderà le proprie decisioni riguardo ai propri diritti e alla propria volontà di sopravvivenza. In questa sede sono anche registrate le primissime esperienze dell’individuo, le quali danno luogo a fenomeni di consapevolezza o di rimozione dei sentimenti primitivi.

Collocazione: zona inferiore del bacino e area genitale, gonadi

Senso (Tanmatra): olfatto, odorato

Organo di senso: naso

Organo di azione: escretorio

Elemento: terra

Kosha (involucro) governato: anna-maya – involucro fisico

Pianeti e segni astrologici: toro – ariete/marte – scorpione/plutone – capricorno/saturno

Colore: rosso, rosso corallo

Elementi raffigurativi: serpenti, draghi, fuoco sacro

Fonte di: passione, rabbia, terrore, gioia, energia di sopravvivenza, energia materiale

Sede di: volontà di vivere

Parole chiave: consapevolezza

Mantra: LAM

Musica: ritmi monotoni ed enfatici. Musica antica tribale e suoni della Natura. Battito ritmico

Vocali: U pronunciata come UUH intonata in DO minore

Frequenze di risonanza: 396, 99, 297, 261 Hz. DO/UT

Ormoni e Ghiandole: adrenalina, noradrenalina, ghiandole surrenali

Tipo di energia: solida, terra, è la sede della Kundalini, l’energia terrena, materiale

Comunicazione fisica: dolore sofferenza, consapevolezza fisica

Problemi: disfunzioni sessuali, malattie sistema nervoso, problemi intestino retto, difficoltà riproduttive e circolatorie
 
Questo centro sottile dai 4 petali si chiama Mooladhara e si situa sotto l’osso triangolare chiamato Sacro. Questo centro è il solo ad essere posto fuori dalla colonna vertebrale e corrisponde, a livello fisico, al plesso pelvico. Questo centro si occupa degli organi genitali e delle attività sessuali. Le sue funzioni fisiologiche sono tutte le forme di escrezione. Il senso della castità è essenziale per la crescita in questo chakra. L’adulterio, la pornografia, l’attenzione lussuriosa danneggiano questo chakra. Se l’individuo perde il suo equilibrio, la sua memoria e la sua saggezza cominciano a mostrare segni di deterioramento, o persino disturbi mentali. La sessualità non dovrebbe essere repressa. È un desiderio normale. La saggezza risiede nel prendere coscienza progressivamente degli stimoli esterni che riceviamo attraverso questo canale, e, mano a mano, nel cercare di sublimare questa energia per cominciare ad elevarla attraverso l’asse centrale dei sette chakra, finché non sarà sufficientemente purificata per essere trasmutata verso la nostra dimensione superiore. È un processo lungo e complesso, ma è anche la base di un insegnamento antichissimo che è il Tantra, il quale considera il sesso come uno strumento di elevazione, il cui obiettivo è l'”ineiaculazione”: arrestare la incosciente dispersione energetica che avviene durante l’eiaculazione, a favore di una canalizzazione cosciente di questa energia. È questo il mezzo per arrivare al parossismo, “mille volte più intenso e cosciente di un orgasmo”.
 
Il Mooladhara è una fonte di saggezza assoluta e d’innocenza. Malgrado le leggi naturali, anche se danneggiato, indebolito o malato, il potere del Mooladhara resta intatto e può essere ristabilito attraverso il risveglio della Kundalini. Al momento di questo risveglio, il Mooladhara protegge la purezza e la castità della Kundalini, permettendole di passare attraverso i 6 centri. Il Mooladhara chakra una volta risvegliato distrugge le paure, ci dona la potenza del Dharma (il codice del giusto comportamento), la padronanza delle tentazioni e delle eccitazioni, la vittoria sugli spiriti che possiedono gli altri, l’equilibrio, la saggezza, l’armonia, il senso interiore della giusta direzione, l’innocenza, la fiducia e la purezza.
 
Ha come simbolo geometrico il triangolo con un vertice in basso racchiuso in un quadrato, emblemi il primo dell’organo sessuale femminile e il secondo dell’elemento Terra; in esso dorme Kundalini. Il loto presenta quattro petali. Il suo Mantra-seme è Lam, La divinità preposta a questa ruota è Brahma, la sua energia vitale prende il nome di Savitri o sposa del creatore.
La Terra è la Grande Madre da cui scaturisce ogni essere. Il significato stesso del nome di questo chakra, d’altronde, conferma il senso di «origine» che contraddistingue questo primo livello energetico: Muladhara significa infatti «radice» ovvero principio-energia capace di assicurare sviluppo e nutrimento a ogni cosa. Il chakra della radice corrisponde agli organi genitali (gonadi), simbologia che rappresenta per eccellenza la fertilità e la nascita della vita. È di colore rosso ed ha soltanto una metà o polo. È orientato verticalmente con l’apertura dell’imbuto che indica verso la Terra. È il chakra da cui la coscienza entra nel corpo fisico al momento della nascita. La sua funzione principale è legata al corpo materiale, all’istinto di sopravvivenza. Produce un senso di armonia fisica e mentale in rapporto alla natura; è legato alla vitalità sessuale, la capacità di adattamento al mondo e di sopravvivenza, soddisfa i bisogni primordiali quali il cibo, l’acqua, l’aria, il riparo. Poiché ha solo un polo, tende ad essere un po’ più grande degli altri chakra. È il chakra con cui vengono assorbite le energie della Terra e scaricate le tensioni eccedenti mediante l’atto sessuale.
 

Chakra02

Svadhishthana

 
Secondo chakra (centro sacrale, addome, cambiamento)
 
E’ il centro dei sentimenti e della creatività. E’ connesso all’intestino, agli organi addominali e al sistema riproduttivo femminile.  
 
Collocazione: addome, vescica, ghiandole surrenali

Senso (Tanmatra): gusto

Organo di senso: lingua

Organo di azione: uro-genitale

Elemento: acqua

Kosha (involucro) governato: anna-maya – involucro fisico

Pianeti e segni astrologici: cancro/luna – bilancia/venere – scorpione/plutone

Colore: arancione, giallo

Elementi raffigurativi: elementi e animali acquatici: pesci e lucertole

Fonte di: sentimenti e energia creativa

Sede di: facoltà creative

Parole chiave: sentimento, creatività

Mantra: VAM

Musica: musica melodica gioiosa. Ritmi popolari melodici e musica da ballo. Canto degli uccelli, gorgoglio dell’acqua, che scorre, scrosciare melodico di piccola fontana. Danze folkloristiche

Vocali: O chiusa come la o di novembre intonata in RE

Frequenze di risonanza: 417, 104.25, 330, 293 Hz. RE

Ormoni e Ghiandole: estrogeni, testosterone, ghiandole riproduttive, ovaie, prostata, testicoli

Tipo di energia: liquida, acqua, chi o Qi, energia vitale

Comunicazione fisica: pianto, grido, riso

Problemi: colite, appendicite, problemi di fertilità, renali, disturbi ginecologici
 
Questo centro sottile dai 6 petali si chiama lo Swadisthan. Il chakra dello Swadisthan gravita attorno al Nabhi, come un satellite, delimitando così la regione del Void. È il solo chakra ad essere mobile. È situato sotto il ventre al livello del plesso aortico, alla base del canale destro, Pingala Nadi, che governa le nostre azioni fisiche e mentali. È questo chakra che dà all’individuo il suo potere di creatività, di pensiero astratto e il suo senso dell’estetica. Grazie alle sue qualità, gli esseri umani possono sviluppare il proprio stile di vita. La parte sinistra di questo chakra è particolarmente sviluppata. È responsabile della conoscenza pura, la conoscenza del Sé. La principale funzione di questo centro è di metabolizzare le particelle di grasso dell’addome per procurare dell’energia ai neuroni del cervello che si affaticano a causa di eccessi di pianificazioni. Pianificare troppo, troppi pensieri, il consumo di alcool, di droghe, la dominazione, una vita orientata verso l’ego esauriscono lo Swadisthan chakra, dove si trova il fegato, che è la sede della nostra attenzione. Nel corpo fisico, lo Swadisthan chakra controlla le funzioni dei reni, dei surrenali, della parte inferiore del fegato, del pancreas, dell’utero e degli intestini. Con il risveglio della Kundalini che apre questo centro, si diviene realmente creativi, dinamici e spontanei.
 
Ha come simbolo geometrico la falce di luna racchiusa in un cerchio, emblema dell’elemento Acqua; i petali del loto sono sei. La divinità preposta è Varuna, la sua energia vitale o Shakti è Sarasvati.
Le ghiandole endocrine associate a questo chakra sono le ghiandole surrenali, adibite alla produzione di steroidei e adrenalina. È di colore arancio, è bipolare ed è orientato orizzontalmente. È fondamentalmente associato alla creatività in tutte le sue forme e al raggiungimento dell’espressione di sè tramite la creazione. È collegato al piacere fisico, alla gioia di vivere, al desiderio, all’aggressività naturale. Come il chakra della Radice, Svadhisthana è legato al mondo materiale. Un suo cattivo funzionamento è causa di mancanza di voglia di fare e continuo bisogno di ricorrere ad eccitanti e stimolanti.
 

Chakra03

Manipura

 
Terzo chakra (plesso solare, nabhi, trasformazione, gemma lucente)
 
Noto come “centro del potere”, esso funziona da deposito dei giudizi, delle opinioni e delle convinzioni del soggetto su di sé e sul mondo. E’ il luogo dei processi decisionali.
 
Collocazione: plesso solare, pancreas, ombellico

Senso (Tanmatra): vista

Organo di senso: occhio

Organo di azione: piede

Elemento: fuoco

Kosha (involucro) governato: anna-maya – involucro fisico

Pianeti e segni astrologici: marte – leone/sole – sagittario/giove – vergine/mercurio

Colore: giallo, verde, giallo dorato

Elementi raffigurativi: elementi e animali: uccelli

Fonte di: potere personale, giudizi di sé e del prossimo

Sede di: autostima, potere

Parole chiave: potere, discriminazione

Mantra: RAM

Musica: ritmi incalzanti e violenti. Musica orchestrale con sonorità armoniche

Vocali: O aperta come nella parola lotta intonata in MI

Frequenze di risonanza: 528, 132, 363, 329 Hz. MI

Ormoni e Ghiandole: insulina (cistifellea), pancreas (fegato)

Tipo di energia: radiante, calore, fuoco, mentale, intellettuale

Comunicazione fisica: idee, pensieri, sapere

Problemi: disturbi di natura digestiva e metabolica, confusione o pazzia, ghiandole surrenali, milza, fegato
 
Questo centro sottile dai 10 petali si chiama il Nabhi (ombelico) e si trova nella regione del plesso solare . Il Nabhi è il centro del benessere individuale e collettivo. Grazie alla forza creativa del suo Swadisthan, l’uomo sviluppa i mezzi per controllare le risorse naturali a proprio vantaggio e grazie a ciò diventa prospero e ricco. Il denaro è importante per soddisfare i desideri e bisogni essenziali, purché non diventi una priorità. Non c’è niente di male ad essere ricchi ma il problema è di essere ossessionati dal denaro. L’avarizia e l’accumulo di beni impediscono la circolazione dei soldi; l’avarizia è l’espressione di un cervello egoista e primitivo, che non conosce la verità sui fondamenti della vita. La generosità è la principale corrente di questo centro. Da un punto di vista fisico, questo centro si occupa degli organi innervati dal plesso solare: lo stomaco, gli intestini, il fegato e la vescicola biliare. La nostra attitudine verso il cibo e il modo in cui mangiamo, colpiscono le secrezioni digestive. Esso è bloccato o colpito da una cattiva alimentazione come l’alcool o i cibi troppo grassi. Pensare troppo all’alimentazione colpisce pure il Nabhi chakra. Il ritmo biologico del corpo che è gestito dalla milza, fa anche parte delle funzioni del Nabhi. Il Nabhi chakra è ugualmente colpito dalla mancanza di rispetto per la propria moglie, dalle noie domestiche o da uno stato di stress a casa. L’individuo diventa vulnerabile alle malattie allergiche. Questo centro è responsabile del benessere e dell’evoluzione della razza umana. L’adesione cosciente alle leggi universali di condotta (Dharma) è fondamentale per la sopravvivenza e la crescita dell’uomo. Quando la Kundalini attraversa questo centro risvegliandolo, il ricercatore diventa soddisfatto interiormente e generoso.L’elemento di questo chakra è il fuoco ed è chiamato così perché il fuoco che vi arde dentro lo fà risplendere come un gioiello.questo chakra prende energia dal fuoco e ha come carattere l’aggressività.
 
Ha come simbolo geometrico il triangolo equilatero, emblema dell’elemento Fuoco.I petali del loto sono dieci. Il Mantra-seme è Rang, la sua energia vitale è Bhadrakali.
Il chakra del Plesso Solare è situato nel pancreas. È di colore giallo, è bipolare ed orientato orizzontalmente. Questo è il chakra della forza di volontà individuale, del carisma e dell’efficenza. Un suo funzionamento eccessivo provoca incapacità di rimanere calmi, scoppi d’ira, iperattività, disturbi di origine nervosa. Presiede le emozioni, corrisponde al potere ed al controllo. Attraverso questo punto si gestisce l’emotività, il desiderio di autoaffermarsi; è legato al potere e alla capacità decisionale. La sua energia facilita l’assimilazione delle esperienze, rivela gli obiettivi, permette l’uso positivo dell’energia personale, infonde capacità decisionale, sicurezza e autostima. Il funzionamento carente invece causa scarsa energia, timidezza, bassa stima di sè, senso di inutilità.
 

Chakra04

Anahata

 
Quarto chakra (centro del petto, non manifesto, connessione)
 
Il Cuore è considerato fin dall’alba dei tempi il centro del corpo umano, la sede dell’energia divina. Alla nascita il muscolo cardiaco è verde, indizio della capacità e dell’energia di tipo lenitivo innate nell’essere umano. Nel corso dell’adolescenza diventerebbe rosa, infine il cuore di un adulto dovrebbe assumere la colorazione dorata, propria dell’amore universale.
 
Collocazione: cuore, timo

Senso (Tanmatra): tatto

Organo di senso: pelle

Organo di azione: mani

Elemento: aria

Kosha (involucro) governato: prana-maya – involucro energetico

Pianeti e segni astrologici: saturno – leone/sole – bilancia/venere

Colore: verde, rosa, rosso rubino, giallo oro

Elementi raffigurativi: elementi terrestri e mammiferi

Fonte di: energia curativa, sogni personali

Sede di: compassione

Parole chiave: amore, guarigione, devozione, abbandonarsi

Mantra: YAM

Musica: musica classica, New Age o sacra sia orientale che occidentale

Vocali: AH espressa come in esclamazione AH intonata in FA

Frequenze di risonanza: 639, 159.75, 396, 349 Hz. FA

Ormoni e Ghiandole: ormoni del timo (scientificamente non ancora individuati), timo

Tipo di energia: gassosa, aria, astrale

Comunicazione fisica: bisogni fisici ed emotivi

Problemi: malattie e disturbi cardiocircolatori, pressione arteriosa, problemi polmonari (asma, allergie,ecc), disturbi del sonno
 
Questo centro dai 12 petali si chiama Anahata e si situa al livello del plesso cardiaco, dietro lo sterno, nell’asse del midollo spinale. È lì che, fino all’età di 12 anni, sono prodotti gli anticorpi e inviati nel nostro sistema sottile, aiutandoci a lottare contro gli attacchi esterni al nostro corpo e psiche, e proteggendoci da malattie e intrusioni nocive durante la nostra vita. Quando il chakra del cuore non è sviluppato correttamente o è bloccato, si soffre d’un importante sentimento d’insicurezza. Il cuore è il punto centrale della creazione e dunque tutti i chakras dipendono da lui. Potrebbe essere paragonato a una stazione centrale dalla quale parte un’energia verso le parti del corpo. Il cuore è la sede dello Spirito, la fonte della forza onnipotente, manifestata in Shiva. Dunque un chakra del cuore forte è la base di una personalità sana e dinamica, piena di amore e compassione. Questo centro sottile controlla la respirazione e il funzionamento del cuore e dei polmoni. Con il risveglio della kundalini che apre questo centro, si diventa una persona sicura di sé e in Dio, responsabile e coraggiosa. Una persona così è capace di amare l’intera umanità senza alcun interesse personale ed è amata da tutti.
 
Il Anahata Cakra. Ha come simbolo geometrico il doppio triangolo incrociato. I petali del loto sono dodici. Il Bija-Mantra è Vam, la divinità è Isana e la sua energia vitale è Bhuvanesvari.
Si trova al centro del petto, allo stesso livello del cuore fisico e la ghiandola endocrina a cui è associato è il timo. È di colore verde, è bipolare, è orientato orizzontalmente e il suo elemento è l’Aria. Produce emozioni, come amore incondizionato, empatia e comprensione verso gli altri, sensibilità verso l’ambiente esterno, accettazione, pietà, bontà, il dare ed il ricevere ed in generale il prendersi cura della vita (umana, animale, vegetale). Un suo cattivo funzionamento è causa di sentimenti quali timore, odio, avversione verso il prossimo, tristezza, disprezzo.
 

Chakra05

Vishuddha

 
Quinto chakra (centro della gola, purificazione, espressione)
 
E’ importante per l’espressione e per la protezione personali. Tramite tale centro gli individui esprimono idee, sentimenti, desideri, osservazioni. La sua parte frontale è nota come “sede delle responsabilità”, poiché attraverso la stessa il soggetto accoglie o scarta le opzioni offertegli dalla vita.
 
Collocazione: gola, tiroide, laringe

Senso (Tanmatra): udito

Organo di senso: orecchi

Organo di azione: organo vocale

Elemento: etere (akasha)

Kosha (involucro) governato: mano-maya – involucro pensante emotivo

Pianeti e segni astrologici: marte – gemelli/mercurio – toro/venere – acquario/urano

Colore: blu, azzurro, argento

Elementi raffigurativi: elementi eterici

Parole chiave: comunicazione, espressione, risonanza dell’essere

Mantra: HAM

Musica: musica New Age e canti ricchi di toni alti, ipertoni ed effetti eco

Vocali: EH intonata in SOL

Frequenze di risonanza: 741, 185.25, 429, 392 Hz. SOL

Ormoni e Ghiandole: tiroxina, ghiandola tiroidea e paratiroidea

Tipo di energia: eterica, etere

Comunicazione fisica: linguaggio, suono, canto, comunicazione verbale

Problemi: malattie e disturbi della gola, mascella, tiroide, laringe, tonsille, timo, l’incapacità di dire sì o no alle opportunità offerte dalla vita
 
Questo centro dai 16 petali si chiama il Vishuddi; si situa al livello della nuca, del plesso cervicale. Questo centro sottile è responsabile del funzionamento del collo, della lingua, della nuca, della bocca, delle orecchie, del naso, dei denti, del viso, della pelle e delle braccia. Questi sono gli organi per mezzo dei quali comunichiamo con gli altri. È attraverso il Vishuddi che possiamo comunicare con tutte le Deità, poiché è la fonte dei mantras che si cantano. Le qualità del Vishuddi sono il rispetto di sé, la visione distaccata del mondo esteriore, l’amore verso l’umanità, una relazione non possessiva nei confronti della famiglia, delle relazioni e degli amici. Equilibrando ed armonizzando questo chakra è possibile esprimere la gioia dello Spirito. Così, l’umanità ha composto della musica e della poesia alla gloria del Divino. Al livello fisiologico, controlla il funzionamento della ghiandola tiroide. Il sentimento di colpevolezza, il tabacco e dei comportamenti artificiali ed egoisti bloccano questo centro sottile. Il miglior modo di mantenere il Vishuddi in buono stato è di adottare un comportamento umile e di integrare questo comportamento all’insieme della personalità. Quando la kundalini attraversa questo centro risvegliandolo, il ricercatore diventa autentico, pieno di dolcezza e di rispetto comunicando con gli altri. Egli non partecipa a discussioni e arguzie futili. Diviene estremamente diplomatico nelle situazioni difficili, senza pomparsi l’ego. Gli ingredienti della diplomazia divina sono una voce dolce, del tatto per avvicinarsi alla gente con considerazione, discernimento, compassione, generosità e amore. Questo modo di fare da un carisma personale e rende l’individuo magnetico. Tutto ciò che dice la persona va dritto al cuore dell’individuo e anche delle masse.
 
Il Vishuddha Chakra o della “purificazione”. Ha come simbolo geometrico il triangolo equilatero nel quale è inscritto un cerchio, emblema dell’elemento Etere (Akasa). Il Mantra-seme è Ham. La divinità preposta è Sadasiva e la sua energia vitale è Sakini.
Il chakra della gola è situato nella tiroide. È di colore blu, è bipolare ed è orientato orizzontalmente. È il chakra della Creatività inteso come manifestazione verso l’esterno. Questo chakra sovrintende la comunicazione, la capacità d’ascolto e di parola, la sincerità. Produce capacità espressive e chiare dell’intelletto, logiche ed espressioni personali. Il suo potere è particolarmente evidente per quello che riguarda la comunicazione, verbale e non, l’eloquenza e la capacità di trasmettere le proprie idee in modo chiaro, preciso e cristallino. Attivato, conferisce infatti il potere di esprimersi e parlare in modo estremamente persuasivo e convincente. Gli squilibri in questo chakra si manifesteranno come problemi quali incomunicabilità, incapacità di trasmettere chiaramente agli altri le proprie idee e sentimenti, incapacità di sfogare le proprie tensioni psicologiche, stress e introversione. È responsabile della comunicazione con il mondo Etereo (delle creature extracorporee).
 

Chakra06

Ajna

 
Sesto chakra (centro frontale, conoscenza, intuizione, percezione)
 
Detto “terzo occhio” è il centro visivo interno ed esterno dell’essere umano. Associato alla ghiandola pituitaria, regola le funzioni ormonali ed endocrine.
 
Collocazione: fronte, ghiandola pituitaria, ipofisi

Senso (Tanmatra): pensiero, tutti i sensi comprese le percezioni extrasensoriali

Organo di senso: mente

Organo di azione: mente

Elemento: mente spazio

Kosha (involucro) governato: vijnana-maya – involucro delle sottili discriminazioni

Pianeti e segni astrologici: mercurio – sagittario/giove – acquario/urano pesci/nettuno

Colore: porpora, bianco, indaco, giallo

Elementi raffigurativi: esseri umani spiritualizzati: santi, guru, spiriti

Fonte di: discernimento

Sede di: facoltà visiva e immaginativa

Parole chiave: visione

Mantra: KSHAM

Musica: musica delle sfere, rilassante classica (Bach) o New Age che stimoli dimensione cosmica

Vocali: I come nella parola isola intonata in LA

Frequenze di risonanza: 852, 213, 462, 440 Hz. LA

Ormoni e Ghiandole: vasocompressori (ormone antidiuretico dell’ipofisi), ghiandola pituitaria (ipofisi)

Tipo di energia: luce, cerebrale, plasma

Comunicazione fisica: sfrutta la capacità dell’individuo di vedere, attrarre a sé

Problemi: malattie e disturbi ghiandolari o endocrini, squilibri ormonali, problemi di crescita e sviluppo
 
Questo centro sottile dai 2 petali è l’Agnya chakra che si situa al centro della fronte. Questo punto è conosciuto anche come il terzo occhio di Shiva. Nel corpo fisico è rappresentato dall’incrocio dei 2 nervi ottici nel nostro cervello (il chiasmo ottico). Questo centro controlla il funzionamento delle 2 ghiandole pituitaria e pineale, che si manifestano all’interno di noi come il nostro ego e superego. Poiché questo centro sottile controlla i nostri occhi, un impegno visuale eccessivo (come il cinema, la televisione, il computer o la lettura) può rovinare questo chakra, così come tutti i cattivi pensieri. Per pulire l’Agnya chakra bisogna purificare il nostro sguardo. La collera repressa e il rifiuto a perdonare, delle false nozioni su Dio, un ego gonfiato, frequentare persone dall’influenza nefasta, bloccano questo chakra. Pensare e pianificare troppo gonfiano troppo il nostro ego; fare delle proiezioni eccessive verso il futuro blocca questo chakra. L’Agnya chakra dà la possibilità agli esseri umani di perdonare e essere perdonati, affinché possano pulirsi da sé dai loro peccati e dai loro karmas passati. Perdonando a sè stessi e agli altri si permette l’apertura di questo chakra attraverso il risveglio della kundalini.
 
Ajna è gerarchicamente uno fra i più elevati dei chakra; in questa ruota è anche contenuto il Manas; sui petali del loto vi sono le lettere Ham e Ksam; esso contiene la rappresentazione della sacra sillaba Om, sintesi di tutti i Mantra. La divinità preposta è Shambhu e la sua Shakti è Siddha-Kali.
È anche conosciuto in occidente come “Terzo Occhio” ed è situato nello spazio tra le sopracciglia: la sua ghiandola a cui è associato è l’ipofisi. È di colore indaco, è bipolare ed è orientato orizzontalmente. Influenza il mesencefalo, dove vengono assorbiti tutti gli stimoli nervosi per potere essere inviati a tutte le altre parti del cervello (per cui il mesencefalo dà energia a tutta la regione del capo). È il chakra che presiede la visione interiore o extrasensoriale. Esercita lo sviluppo della capacità di concentrazione; la sua attivazione mediante meditazione permette l’utilizzo del sesto senso e la capacità di manifestare le percezioni extrasensoriali, stati mistici, proiezione mentale, e di viaggiare nel Piano astrale. Produce il controllo della coscienza e delle reazioni fisiche, purificazione e trasformazione dei pensieri in forme di giudizio più raccolto, con la graduale diminuzione delle percezioni sensoriali. Gli squilibri qui si manifesteranno attraverso incubi, fenomeni psichici incontrollati o sgradevoli, mancanza completa di sogni, allucinazioni, confusione mentale. È responsabile della percezione “visiva” dell’aura.
 

Chakra07

Sahasrara

 
Settimo chakra (centro coronale, mille petali)
 
Associato all’epifisi, alla corteccia cerebrale regola molte funzioni corporee e extracorporee. Centro psichico del sapere superiore, riceve le energie spirituali indispensabili per attivare lo scopo personale. E’ il centro della divinità umana.
 
Collocazione: corona (fontanella), ghiandola pineale

Senso (Tanmatra): coscienza

Organo di senso: coscienza

Organo di azione: coscienza

Elemento: coscienza spazio

Kosha (involucro) governato: ananda-maya – involucro causale di beatitudine

Pianeti e segni astrologici: capricorno/saturno – pesci/nettuno

Colore: bianco, viola, oro, arcobaleno

Elementi raffigurativi: entità spirituali: angeli, potenze supreme

Fonte di: consapevolezza divina

Sede di: appartenenza dell’individuo al tutto

Parole chiave: vibrazioni, divinità

Mantra: OM

Musica: silenzio. Musiche che preparino al silenzio

Vocali: M (vocale sanscrita) cantilenante senza fine intonata in SI

Frequenze di risonanza: 963, 240, 495, 493 Hz. SI

Ormoni e Ghiandole: serotonina (enteramina), ghiandola pineale (epifisi)

Tipo di energia: essere allo stato puro, eterica, forma materializzata di energia spirituale che scaturisce dall’universo

Problemi: malattie e disturbi sistema immunitario, neoplasie, problemi ossei, disturbi collegati all’epifisi, schizofrenia, depressioni, cefalee, dissociazione psichica, squilibri di qualsiasi genere.
 
Questo centro sottile dai 1000 petali, conosciuto con il nome di Sahasrara, è il chakra più importante di tutti. È situato nell’area limbica del nostro cervello. Il chakra del Sahasrara è costituito dalla riunione dei 6 chakras: si tratta di uno spazio incavo, sui bordi del quale si trovano i 1000 nervi. Si possono vedere tutti questi nervi lungo il lobo limbico: se si seziona il cervello trasversalmente, assomigliano a dei petali. Prima della realizzazione del Sé questo centro è chiuso dai 2 palloni del nostro ego e superego. Assomiglia ad un fiore di loto chiuso. Quando è illuminato dal risveglio della kundalini che lo raggiunge, si vede il Sahasrara che assomiglia a un fascio di fiamme dai 7 colori. Un loto aperto dai 1000 petali. Ma questi colori si integrano creando infine una fiamma di colore cristallo chiaro. Questa è l’attualizzazione dell’Unione (realizzazione del Sé) con il Potere Divino onnipervadente, che ci permette di sentire le vibrazioni fresche. È l’integrazione, la libertà assoluta, la gioia dello Spirito e la serenità.
 
È anche chiamato Chakra della Corona, ha nel suo cuore un loto più piccolo a dodici petali in cui è inscritto il triangolo chiamato Kamakala, che simbolicamente raffigura la sede della Shakti Suprema, cioè la Forza Cosmica non individualizzata. Nei mille petali del loto sono contenute tutte le lettere dell’alfabeto sanscrito.
Il chakra della corona trova posto nella ghiandola pineale, ed ha un solo polo. È di colore viola ed è orientato verticalmente con il relativo imbuto che indica verso il cielo. È il chakra che presiede il contatto con la Conoscenza Divina, governa la corteccia cerebrale e la presa di coscienza. Esso determina l’apertura e la dilatazione della coscienza con lo sviluppo dell’intelletto. Le sue funzioni principali sono relative alla conoscenza superiore, alla medianità, al contatto con il Divino. Al Sahasrara Chakra appartengono tutte le questioni relative alla “Illuminazione”, vale a dire la relazione tra la coscienza dell’individuo e quella dell’universo. L’apertura o la creazione del Settimo Chakra porta a uno stato di contatto e comunione con la forza creatrice dell’universo, uno stato di purificazione, appagamento spirituale, totale libertà dalle limitazioni dei nostri istinti bassi e grossolani: si tratta, è evidente, di stati dell’essere che sfuggono alle possibilità descrittive della razionalità e che possono essere compresi (nel senso di “presi all’interno di noi”, vale a dire assimilati e non semplicemente capiti) soltanto attraverso l’esperienza diretta. L’apertura di questo chakra coincide con il Bodhi
 
Con brevi estratti da Wikipedia e da La Mappa dei Chakra e I suoni dei Chakra, il risveglio dell’energia Ed. Red
 
Reiki chakra
 
 
 
I Chakras nelle dottrine occidentali
 
Uno fra i primi scritti occidentali che sembrano alludere alla dottrina dei “Centri di Forza” o chakra è il testo Eine kurze Eroffnung und Anweisung der dreyen Principien und Welten im Menschen (Una breve rivelazione e istruzione sui tre principi e mondi nell’uomo) di Johann Georg Gichtel (1638-1710), opera meglio conosciuta sotto il titolo (erroneo) di Theosophia Practica (1723). Gichtel fu discepolo di Jakob Bohme, teosofo e mistico cristiano (1575-1624). Tale scritto fa supporre una certa conoscenza della dottrina relativa ai chakra, perlomeno in certi ambienti alchemico-cristiani dell’Europa. La dottrina in questione – nota forse anche ai monaci orientali nel contesto dell’esicasmo – rimane tuttavia poco diffusa in Occidente almeno fino agli inizi del XX secolo.
 
In Occidente la dottrina dei chakra deve la sua diffusione principalmente alla traduzione di due testi indiani: il Sat-Cakra-Nirupana e il Padaka-Pancaka operata da Sir John Woodroffe, alias Arthur Avalon, nel libro Il Potere del Serpente (1917). Tale libro è estremamente dettagliato e complesso e rappresentò un notevole supporto per lo studio e la diffusione in occidente della dottrina relativa ai chakra. Un contributo successivo fu operato da C. W. Leadbeater il quale pubblicò un libro contenente i propri studi e le proprie osservazioni chiaroveggenti relative ai centri di forza nel libro Chakras (1927).

Rudolf Steiner fondatore dell’Antroposofia, parla dello sviluppo dei chakra nel libro Come conoscere i mondi superiori (1ª ed. 1909), fornendo istruzioni progressive per lo sviluppo di tali centri di forza. Si tratta di esercizi quotidiani che richiedono un tempo e una applicazione considerevole. Egli segnala che per il risveglio e lo sviluppo di tali centri di forza esistono anche altri metodi più rapidi, che potrebbero però risultare dannosi se non operati da persone spiritualmente mature.
 
Nel panorama moderno Tommaso Palamidessi, fondatore dell’Archeosofia, rielabora la dottrina dei centri di forza alla luce dell’esoterismo giudaico-cristiano. Nel libro Tecniche di Risveglio Iniziatico (1975), Tommaso Palamidessi illustra alcune tecniche ascetiche tese al risveglio e allo sviluppo di tali Centri di Forza che coinvolgono la realizzazione di icone o supporti meditativi, tecniche respiratorie e meditazioni su nomi divini ebraici (invece che su mantra tibetani), in linea con la tradizione occidentale.
 
Il testo di Woodroffe è al centro de La psicologia del Kundalini-yoga. Seminario tenuto nel 1932 di Jung.[4] L’aspetto forse più interessante dell’interpretazione junghiana è il tentativo di correlare un simile fenomeno a ciò che oggi la psichiatria definirebbe Disturbo da somatizzazione,[5] in cui però la psicosomatica prevale sul somatopsichico[6]. Altra differenza notevole è che nel kundalinismo si assiste a un decorso o percorso appunto chakrico, dunque non caotico ma ordinato, centripeto (verso la testa) e centrifugo (extra corpus).
 
Altrettanto rilevante è il confronto fra l’esperienza descritta da Gopi Krishna in Kundalini. L’energia evolutiva dell’uomo e l’annesso Commento psicologico di James Hillman.[7][8] In questo caso, l’originalità risiede anzitutto in quanto vissuto dallo stesso Gopi Krishna, distante dalle consuete sovrastrutture rituali: niente meditazione dei loto, niente mantra, niente sanscrito, niente màndala, nessuna tecnica di respirazione, nessuna guida spirituale.
 
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
 
chakra waves 3

 
 
Chakra e Risonanza costruttiva
 
di Marco Stefanelli, Ph.D.
 
Quando è in salute e bilanciato, ognuno dei sette chakra maggiori umani ruota ad una costante e predeterminata frequenza o vibrazione. Il Chakra della radice ha una frequenza risonante normale di 256 cicli a secondo, o 256 Hz (il Do centrale del pianoforte). Il Chakra seguente per altezza, il Sacrale, risuona a 288 Hz, che è la nota Re. E ogni chakra via via più alto, nel corpo fisico, ha una nota via via più alta della scala, fino al Si. Questi sette toni o note sono chiamati “Ottava 0”. Ogni volta che si sale di un’ottava (per esempio dal Do centrale, 256 Hz, al Do più alto della scala, 512 Hz) si può notare come il valore della frequenza raddoppi. Questa caratteristica molto importante è anche uno dei princìpi di risonanza.
 
Si noti anche che, come il pianoforte ha diverse ottave sopra l’ottava 0, così ne ha anche quel veicolo energetico che chiamiamo “Campo di Energia Umana”. Gli Uomini hanno complessivamente cinque ottave associate alla loro Aura, ma solo l’ottava più bassa, la 0, è associata al loro corpo fisico. Ad ottave più alte corrispondono connessioni energetiche tra persone e dimensioni più elevate, partendo dall’ambiente locale della persona (ottava 1), alla Madre Terra in senso Globale (Ottava 2), al nostro sistema solare e in particolare al Sole, l’immediata fonte di tutte le energie “fisiche” che supportano la vita in questo mondo (ottava 3), alla nostra galassia, la via lattea (ottava 4), e all’energia dell’Universo (Ottava 5). Comunque, quando si lavora con la terapia del suono, ci si può concentrare sull’ottava 0, l’ottava associata al corpo fisico e ai suoi maggiori centri di energia.
 
Se un Chakra è un pò “scordato” e non vibra in armonia, esso può essere ri-accordato attraverso un processo di vibrazione simpatetica. Questo è un concetto base della terapia. Le vibrazioni armoniose alla frequenza corretta entrano direttamente nel campo di rotazione del Chakra e hanno l’effetto di portare quella sequenza vibrazionale del Chakra indietro alla sua frequenza propria così che possa funzionare efficientemente come un transduttore di energie provenienti dal campo di energia universale richiesto dagli organi e ghiandole associati al chakra. 
I sette princìpi che caratterizzano il suono e che in ultima analisi determinano gli effetti che il suono ha sul corpo umano e sui suoi sistemi di energia sono: Risonanza, Ritmo, Melodia, Armonia, Tonalità, Timbro e Intonazione.
 

chakraside
 
Risonanza costruttiva
 
Quando un Chakra risuona ad una particolare vibrazione o frequenza, prende e assorbe energia da quella frequenza. C’è un trasferimento di energia che ha luogo dalla sorgente dell’energia sonora in vibrazione (strumento, voce, coristi…) al chakra stesso. Questo trasferimento che ha luogo nel fenomeno è conosciuto come “Risonanza Simpatica”. La risonanza simpatica (o simpatetica) può essere meglio illustrata osservando due strumenti a corda (Violino, Arpa…) accordati in maniera identica posti l’uno accanto all’altro. Se pizzichiamo la corda del primo strumento, le vibrazioni di quella corda sono sentite dalla stessa corda del secondo strumento, questi inizia ad assorbire l’energia del suono di quella specifica frequenza e quindi inizierà a vibrare a quella frequenza.
 
Il principio della Risonanza Simpatica è usato nella terapia del suono per riempire ogni chakra con le vibrazioni sonore della frequenza propria. Per introdurre il suono della frequenza propria del Chakra si possono usare sia la voce umana che degli accordatori (coristi). Introducendo la frequenza propria, il livello di vibrazione del Chakra stesso inizia a riequilibrarsi ed armonizzarsi alla sua frequenza.
 
Un’altra caratteristica del fenomeno della Risonanza Simpatica è che le corde accordate alla stessa nota o ad una o più ottave sopra la nota vibrante, iniziano a vibrare uguale. Per esempio, se un violino ha una corda intonata al Do centrale (256 Hz) e un secondo violino vicino ha una corda accordata ad un’ottava sopra il Do centrale (Do Alto – 512 Hz), quando la corda del Do centrale è pizzicata sul primo violino, il Do alto del secondo violino inizierà a vibrare. Così lavorando con i toni di un’ottava possiamo produrre vibrazioni nelle ottave superiori.
 
Questo principio è usato nella Terapia del Suono e per creare sopratoni che possano interessare corpi di energia più alta del campo di energia umano. Questi corpi di energia secondari (eterico, emozionale, mentale e spirituale) possono essere pensati come delle ottave superiori al corpo fisico. Così, quando lavoriamo coi Chakra del livello fisico, i sopratoni prodotti hanno lo stesso effetto, attraverso la risonanza simpatica, sulle sequenza di energia di vibrazione dei chakra nei corpi superiori. Tutto questo attraverso una profonda sensazione di benessere, serenità, pace, e connessione attraverso i livelli di energia del soggetto. 
 
 
chakras caduceus
 

 
Audio Albums specifici:
 
 
 
Album dedicato all’Armonizzazione dei Chakras con oltre 55 minuti di musica e sonorità. I brani sono progettati per riarmonizzare e riequilibrare i Chakras con le relative frequenze di risonanza ed armoniche.
 
 
Album dedicato all’Armonizzazione e Rigenerazione del DNA con oltre 50 minuti di musica e sonorità. I brani sono progettati per riarmonizzare e riequilibrare i Chakras e le frequenze delle eliche del DNA.