La cimatica di Chaldni e Jenny

 

La cimatica di Chaldni e Jenny

 
Testi originali di Carla Fleischli Caporale
 
Testi ed immagini selezionati, compilati e supervisionati da Marco Stefanelli
 
 
Il termine Cimatica deriva dal greco “Kyma”, cioè grande onda. “In principio era il Verbo” e in sanscrito “Nada Brahma”. “Il mondo è suono”. La Cimatica è una scienza antica come il mondo, se ne parla già nelle scritture vediche. Tutta la creazione è una sinfonia di suoni, di vibrazioni, in cui le singole parti si inseriscono attratte dalla risonanza con i suoni simili.
 
La Cimatica è una scienza che studia le forme prodotte dalle onde ossia dalle frequenze che possono essere sonore, elettromagnetiche ecc.
 
 
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Nel XVII secolo il fisico e musicista tedesco Ernst Florenz Friedrich Chaldni pubblicò “Entdeckungen ùber die Theorie des Klanges” (Scoperte sulla teoria dei suoni). In questa ed altre opere all’avanguardia Chladni, nato nel 1756 (lo stesso anno di Mozart) e morto nel 1829, pose le fondamenta di quella disciplina della fisica che avrebbe poi assunto la denominazione di acustica, la scienza del suono. Uno dei successi di Chladni fu quello di escogitare un metodo per rendere visibile quello che le onde sonore generano. Egli provò a far vibrare un arco da violino su una sottile lamina di metallo su cui distribuì una piccola quantità di sabbia: facendo scorrere l’archetto scoprì che la sabbia si separava andando a formare meravigliose forme simmetriche. Con questo esperimento dimostrò che il suono influisce davvero sulla materia fisica e diede inizio a una nuova scienza, la cimatica, cioè lo studio degli effetti delle onde sonore sulla materia fisica.
 
Due secoli dopo un altro scienziato e fisico svizzero, il dr. Hans Jenny, morto nel 1972 e pressoché sconosciuto nelle nostre università, trascorse tutta la vita a sperimentare la capacità del suono di creare forme, scattando numerose fotografie. Per condurre questi esperimenti si avvalse di svariati dispositivi: oscillatori sonori, microfoni, sofisticate apparecchiature fotografiche, registrazioni di musica classica e di voci parlate. Osservò che le forme e le figure che si producevano sulla sabbia, limatura di ferro, acqua e altro, quando sono soggette a vibrazioni sonore, avevano una certa prevedibilità. Il dr. Jenny dimostrò che le vibrazioni producevano forme geometriche, sfere, cristalli e anche spirali a forma di galassie. Facendo vibrare vari materiali, tra cui acqua, olio e grafite, in essi compaiono delle forme con struttura tridimensionale che variano con il variare delle frequenze e della loro intensità.
 
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Figure di Chaldni
 
 
Ogni figura è semplicemente la forma visibile di una forza invisibile. Ogni forma contiene le informazioni delle vibrazioni che l’hanno generata ed è ipotizzabile che le ritrasmetta su armoniche maggiori. Jenny dimostrò che la musica produceva una struttura simile a quella di un tessuto: il suono crea la forma. Su questa base riteneva che la chiave per guarire il corpo si potesse trovare nella comprensione di come la frequenza sonora agisca sulle cellule e sulle strutture del corpo. Hans Jenny notò che determinati suoni corrispondono sempre alle stesse figure, inoltre, scoprì che acclamando i suoni di antichi linguaggi come il sanscrito o l’ebraico, le figure che si producevano, disegnavano il simbolo alfabetico che si pronunziava.
Nei suoi esperimenti realizzò tanto le figure di Chladni quanto quelle di Lissajous.
 
Scoprì inoltre che se faceva vibrare una lastra secondo frequenza e ampiezza specifiche – vibrazione – sul materiale della lastra comparivano le forme e gli schemi di movimento caratteristici di quella vibrazione. Se modificava la frequenza o l’ampiezza, variavano anche lo sviluppo e lo schema. Scopri che se aumentava la frequenza, altrettanto accadeva alla complessità degli schemi; il numero degli elementi diventava maggiore.
 
Se, d’altro canto, aumentava l’ampiezza, i movimenti diventavano ancor più rapidi e tumultuosi e potevano persino creare piccole eruzioni dove il materiale effettivo veniva scagliato in aria. Le forme, le figure e gli schemi di movimento che comparivano si dimostrarono essere principalmente una funzione della frequenza, dell’ampiezza e delle caratteristiche inerenti ai vari materiali. Un’altra scoperta interessante rilevava che i disegni, che altrimenti si formavano, ricordavano le strutture cellulari degli organi viventi.
 
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Jenny si convinse che la vita è il risultato delle vibrazioni specifiche di ogni cellula – in altre parole, ogni cellula ha il suo suono, la sua nota. Nel capitolo conclusivo di “Cymatics”, Jenny riunisce questi fenomeni in un’unità suddivisa in tre parti. Il potere generativo fondamentale risiede nella vibrazione che, con la sua periodicità, sostiene i fenomeni e i loro due poli. Ad un polo abbiamo la forma, lo schema figurativo; in corrispondenza dell’altro polo troviamo il movimento, il processo dinamico. Secondo Jenny questi tre campi – vibrazione e periodicità come campo di fondo, e forma e movimento come i due poli – costituiscono un indivisibile insieme, anche se talvolta uno di essi può avere il predominio.
 

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Nel corso delle sue ricerche con il fonoscopio notò che quando venivano pronunciate le vocali delle antiche lingue fenicio-ebraica e sanscrita, la sabbia assumeva la forma dei simboli grafici delle vocali stesse mentre le nostre lingue moderne non producevano un analogo risultato! Come è possibile questo? Gli antichi ne erano a conoscenza? Ci sono connessioni con le “lingue sacre”? Hanno forse la facoltà di influenzare e trasformare la realtà fisica, di creare oggetti tramite il loro insito potere?
 
Con lo studio della Cimatica si ha la prova che la vibrazione, il suono, influenza la materia. Essa dimostra in modo inequivocabile il rapporto tra forma e frequenza, rapporto che è alla base di tutto ciò che esiste. Il suono genera le forme, le recenti esperienze sul movimento ondulatorio confermano un nesso tra onde, sostanza e forma, riguardante anche tutti gli organismi. Tutti gli studi e gli esperimenti condotti con l’utilizzo di frequenze d’onda confermano studi ed esperienze che risalgono ad antiche civiltà secondo le quali ogni suono, quindi ogni onda vibratoria è in collegamento con una forma nello spazio, da essa generata e tenuta in vita e in movimento. Dalla stessa consapevolezza nasce quella famosa asserzione di Pitagora per cui la geometria è “musica cristallizzata”. Studiosi ci hanno mostrato forme molteplici, alcune geometriche, da noi conosciute come simboli, croci, stelle, ecc., sono prodotte da vari tipi di vibrazione. Per cui, se ogni suono, onda, movimento, pensiero, sentimento, creano forme, anche noi di conseguenza stiamo continuamente creando forme, perché abbiamo la stessa natura vibratoria.
 
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L’idea di una forma generata da un campo vibrazionale e che risuona potrebbe sembrare irrazionale. Ogni figura è invece la forma visibile di una energia invisibile ed ogni forma contiene le informazioni sulle vibrazioni che l’ha generata. Immaginate che qualcuno mescoli la sabbia sul piatto e cancelli la forma. Nel giro di pochi secondi, la stessa forma ricompare. Com’è possibile spiegare questo? Solo ammettendo che il suono ha delle proprietà particolari di modulare e modellare l’energia, cioè la materia! Il Verbo è l’azione del suono.
 

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Nel corso di alcune sperimentazioni venne posta della sabbia sopra una membrana sensibile alle vibrazioni (disco di Chladni) e venne fatto produrre il canto dell’OM ad una persona: il risultato fu che la sabbia si dispose secondo delle linee di forza fino a formare un disegno circolare con tutta una serie di triangoli convergenti verso il centro.
 
E’ normale che il suono produca delle forme visive, ma il dato interessante in questo caso, è che il disegno prodotto corrispondeva ad uno Yantra, cioè ad un disegno rituale della cultura vedica.
 
Lo Yantra ha la stessa funzione del Mantra sul piano visivo. Ma questo Yantra non era uno qualunque, bensì il cosiddetto Sri Yantra, che è da sempre considerato la rappresentazione visuale del suono OM, rivelatrice della perfetta armonia attraverso la perfetta geometria dei suoi triangoli convergenti.
 

Carla Fleischli Caporale
 
Giornalista e scrittrice, si occupa di ricerca nel campo del benessere psico-fisico e della divulgazione di quelle tecniche in grado di ampliare la consapevolezza e migliorare quindi lo stile di vita. Ha pubblicato diversi libri firmati con lo pseudonimo M.A.R. (Marina Alessandra Ricci)