Energia Tachionica e Campo del Punto Zero

 

Energia Tachionica e Campo energetico del Punto Zero

 
Energia e Campo del Punto Zero
 
Testi compilati e supervisionati da Alan Perz, PhD
 

E’ evidente che ci debba essere una qualche forma di energia vitale in grado di mantenere viva la creazione. Gli scienziati hanno iniziato a fare postulati sempre più arditi, anche in base all’evolversi delle scoperte, che la fisica moderna sta svelando progressivamente. Gli Antichi la chiamavano “Soffio divino”, “Chi” o “Prana”.
 
L’etere (Akasha), come ha asserito Einstein, è quello spazio esistente tra le varie particelle di ogni atomo: “Il nostro universo è formato da innumerevoli particelle chiamate atomi. La massa di ogni atomo è formata dal 99,9% di  spazio vuoto.”
 
Questo spazio che si pensava vuoto, è invece riempito da un campo energetico, una energia/forza gravitazionale che fonde insieme gli atomi in modo naturale. Questa energia, che controlla e mantiene l’universo, ubbidisce a leggi che non sono ancora identificabili attraverso i nostri strumenti di laboratorio e lascia intuire l’esistenza di una intelligenza a guida di essa (Dharma). Questo campo energetico viene chiamato “tachionico” o “campo Feinberg”, prendendo il nome dal suo scopritore, o anche “campo gravitazionale” perché l’energia tachionica sembra essere la responsabile dell’accelerazione gravitazionale.
 
Le onde gravitazionali sono simili alle onde sonore. Einstein predisse che così come l’aria può vibrare, anche lo spazio e il tempo possono. Infatti egli disse che ogni volta che ogni cosa si muove, dalla Luna che orbita intorno alla Terra ad una macchina che va a sbattere contro un’altra, la struttura dello spazio-tempo vibra, emanando onde gravitazionali. Nella nostra dimensione fisica, le onde gravitazionali sono solo echi. Esistono realmente in dimensioni più elevate. Ecco perché le onde gravitazionali sono così deboli e difficili da scovare. Il problema è che essendo così difficili da trovare dobbiamo andare a cercare qualcosa di incredibilmente violento per avere la speranza di scovarle.

Gli scienziati moderni stanno trovando ora i primi indizi di questa energia. L’energia del Punto Zero (ZPE) vibra attraverso le onde gravitazionali creando un’ondulazione nello spazio e nel tempo. In altre parole, le loro vibrazioni gravitazionali in dimensioni più alte caratterizzano il ZPE.
 
Lo spazio, dunque, non è vuoto bensì immerso in un campo energetico dalla concentrazione estremamente elevata. E’ composto da particelle che si muovono più velocemente della luce. Da questa caratteristica deriva il nome “tachione”, scelto da Gerald Feinberg nel 1966, fisico dell’Università della Columbia (USA); il termine, infatti, proviene dal greco “tachy” e significa “accelerazione” / “velocità”, vedi per esempio le nostre parole italiane “tachimetro” o “tachicardia” che hanno la stessa origine.
 
Queste particelle costituiscono una fonte illimitata di energia libera che sta al di fuori del campo elettromagnetico, quindi al di sopra delle frequenze fisiche, e indipendente dalla luce e dal sole. Questa energia primaria si potrebbe paragonare a una specie di “collante vitale cosmico” di cui l’intero creato è permeato e che mette in grado i sistemi biologici di rigenerarsi proprio attraverso l’innata capacità di assimilare questa stessa energia vitale. Il nostro campo energetico, quindi il nostro intero organismo e la nostra realtà, si equilibrano, si rinforzano e si rigenerano – tendono al loro meglio. Quando il flusso di questa energia si restringe, o si blocca, gli organismi perdono la loro capacità di autorigenerarsi, si determinano sempre più disturbi e disfunzioni, finché il corpo non si deteriora in un processo entropico.
 
Per avere un corpo e una mente in salute e perfettamente equilibrati nelle loro funzioni dobbiamo mantenerci aperti a questo flusso d’energia tachionica. Purtroppo, noi esseri umani, abbiamo la deleteria capacità di bloccare questo libero scorrere della forza vitale, causandoci, così, tutti quei disturbi psico-fisici che abbruttiscono la nostra vita.
 
 
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Che cosa è l’ENERGIA del PUNTO ZERO e come si ORIGINA
 
La fisica quantistica prevede l’esistenza di un mare sottostante di energia del punto zero in ogni punto dell’universo. Questo mare di energia non è da confondere con la radiazione cosmica di background ma è l’essenza stessa del vuoto quantistico elettromagnetico, e cioè lo stato base di quello che altrimenti sarebbe il vuoto assoluto.
Questa energia è cosi immensa che, sebbene sia una inevitabile conseguenza della meccanica quantistica, viene ignorata dalla maggior parte dei fisici convenzionali ed eliminata dai calcoli e dalle formule.
Una minoranza dei fisici accetta la realtà di questa energia che noi non possiamo avvertire direttamente perché è uguale (isotropa) in ogni punto dell’universo, anche nel nostro corpo e negli strumenti di misura.
 
Da questa prospettiva il mondo ordinario della materia e della energia è al di sopra di questo mare costituito dal vuoto quantistico. Per fare un esempio una nave galleggia sulla superficie del mare e non si accorge se sotto di essa ci sono 100 metri di profondità o 10000, non li avverte (a meno che non affondi!). Lo stesso vale per la nostra realtà quotidiana… non ci accorgiamo, con i metodi tradizionali, di questo mare di radiazione quantistica. Tuttavia se si riuscisse a sfruttare questa ZPE si potrebbe ricavare energia dal vuoto e potrebbe essere sfruttata per la propulsione spaziale.
 
A -273 gradi Celsius nel “vuoto cosmico”, secondo la fisica Newtoniana, tutto il movimento atomico e molecolare dovrebbe cessare e non si dovrebbe misurare energia. La scienza dei quanti invece di trovare una completa assenza di energia, come atteso, ha rivelato la presenza di un mare onnipervadente di energia quantistica nell’universo che il Dr.Harold Puthoff fisico e scienziato americano della Cambridge University ha chiamato “calderone ribollente” di energia e gli venne dato il nome “zero point energy (ZPE)”.
 
In fisica, l’energia di punto zero è il più basso livello energetico possibile in un sistema quantistico.
 
Dal principio di indeterminazione di Heisenberg deriva che il vuoto è permeato da un mare di fluttuazioni quantistiche che creano coppie di particelle e anti-particelle virtuali che si annichiliscono in un tempo inversamente proporzionale alla propria energia. Il contributo complessivo all’energia del vuoto risulta così diverso da zero e pari a: e=hv/2 dove h è la costante di Planck e v  è la frequenza di un generico modo di vibrazione associabile alla lunghezza d’onda materiale delle particelle virtuali.
 
In pratica il vuoto subatomico è permeato da un mare di fluttuazioni quantistiche che creano coppie di particelle e anti-particelle virtuali che si annichiliscono in un tempo inversamente proporzionale alla propria.
Non solo i fotoni ma anche tutti i tipi di particelle elementari sembrano spuntare dal nulla. Sembrano venire da un mare di fluttuazioni quantistiche per alcuni millesimi o milionesimi di secondo per poi sparire ancora nel vuoto. Queste particelle esotiche sono state chiamate “particelle virtuali” dato che non sono abbastanza stabili per rimanere nella nostra realtà.
 
L’oscillazione delle particelle subatomiche si crede essere causato da un qualcosa chiamato “campo di punto zero”. In modo casuale i fotoni virtuali saltano indietro e avanti tra il campo di punto zero e il nostro mondo fisico. Collidono e sono assorbiti dalle particelle subatomiche che saranno eccitate in uno stato superiore. Dopo alcuni nanosecondi l’energia viene nuovamente rilasciata tramite un altro fotone virtuale che torna al campo di punto zero. Il fotone è chiamato fotone virtuale dato che viene e va dal campo di punto zero e non rimane nel mondo materiale. Viene solo usato nello scambio energetico tra il campo di punto zero e il mondo materiale.
 
Integrando rispetto allo spazio tutti i contributi dati dalle fluttuazioni quantistiche a tutte le energie e lunghezze d’onda si ottiene una quantità di energia enorme per unità di volume. Dal momento che l’energia produce gravità essa dovrebbe contribuire a determinare in modo significativo il valore della costante cosmologica che invece risulta di entità molto esigua.
 
Nella teoria quantistica dei campi, il termine energia di punto zero è sinonimo di energia del vuoto. L’esistenza di una energia non nulla associata al vuoto è alla base dell’effetto Casimir, previsto nel 1947 e confermato sperimentalmente. Altri effetti derivanti dall’energia di punto zero sono la Forza di van der Waals, lo spostamento di Lamb-Retherford, la spiegazione dello spettro di radiazione di corpo nero di Planck, la stabilità dello stato fondamentale dell’atomo di idrogeno dal collasso radiativo, l’effetto delle cavità di inibire o aumentare l’emissione spontanea di fotoni dagli atomi eccitati e la radiazione di Hawking responsabile dell’evaporazione dei buchi neri.
 
John Wheeler e Richard Feynman della Princeton University hanno valutato l’energia di punto zero per la prima volta. Usando la famosa equazione di Einstein E=m*c2 si ottiene una energia di 1094 gr/cm3 (dieci elevato alla 94esima potenza).
Sbalorditivo no!
Questa è più materia per cm cubico della totale massa dell’universo intero! Teoricamente una tazzina di energia di punto zero sarebbe sufficiente a portare tutti gli oceani della Terra al punto di ebollizione.
 
Quindi, secondo la teoria quantistica il termine energia di punto zero è sinonimo di energia del vuoto.
Il campo di punto zero è una schiuma di particelle virtuali e fotoni. Il nostro universo non è mai a riposo e nemmeno lo spazio vuoto. L’energia posseduta dal vuoto cosmico è spaventosamente grande.
 
 
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ORIGINE della ZPE
 
Alla base della ZPE c’è il famoso principio di indeterminazione di Heisenberg, una delle leggi fondamentali della fisica quantistica. In accordo con questo principio, più misuriamo con precisione la posizione di una particella in movimento (come un elettrone per esempio) e meno precisamente conosceremo il momento (il prodotto fra massa della particella e la sua velocità) e viceversa.
Il livello più piccolo di incertezza della posizione e del momento è specificato dalla costante di Planck chiamata con il simbolo h. Il principio di indeterminazione non vale solo per la posizione e il momento ma anche per la misura del tempo e dell’energia riguardanti la particella presa in considerazione.
Questo livello di incertezza non è dovuto agli errori di misurazione tipici di uno strumento ma è una caratteristica intrinseca della natura delle particelle.
 
Uno strumento utile per i fisici è l’oscillatore armonico ideale. Esso è una ipotetica massa posta su una molla perfetta capace di muoversi avanti ed indietro. Il principio di indeterminazione dice che un oscillatore di questo tipo, abbastanza piccolo da dipendere dalle leggi quantistiche, non può mai fermarsi completamente. Infatti questo significherebbe che il suo valore energetico è esattamente zero… il che è in contraddizione con il principio di indeterminazione. Non si può sapere esattamente il valore energetico e quindi non può essere esattamente zero ma qualcosa di più. Nel caso delle particelle nucleari (ma vale anche per l’oscillatore ideale) l’energia minima media è hf/2 ossia la costante di planck moltiplicata per la frequenza diviso due.
 
Le onde radio, la luce, i raggi X e Gamma sono tutte forme di radiazione elettromagnetica. Queste onde non sono qualcosa di sostanziale ma delle increspature nello stato di un campo. Proprio come le onde sonore sono increspature dell’aria che le trasmette.
Queste onde trasmettono energia, e ogni onda ha una direzione specifica, frequenza e polarizzazione. Questi fattori messi insieme vengono chiamati “modo di propagazione di un campo elettromagnetico”.
Ognuno di questi modi è soggetto al principio di indeterminazione. Per capire il significato di questo, la teoria della radiazione elettromagnetica è quantizzata trattando ogni modo come un oscillatore armonico equivalente.
Da questa analogia, ogni modo del campo deve avere una energia media minima pari a hf/2… è un piccolo quantitativo di energia, ma il numero dei modi è enorme (non è infinito poi vedremo perché) e cresce con la frequenza. Il risultato finale di questa piccola energia per tutti i modi possibili porta a un valore teorico di densità di enrgia enorme!
In particolare la densità di tale energia del punto zero è pari a 10^13 joules per centimetro cubo! Tale energia sarebbe sufficiente a far evaporare tutti gli oceani della terra in un attimo!
 
Concludendo la fisica quantistica predice che tutto lo spazio deve essere pieno di fluttuazioni del punto zero (questo è il campo del punto zero o ZPF) che dà origine ad un mare di energia del punto zero.
Prima ho detto che questa energia non è infinita ma ha un suo valore… infatti siccome lo spazio stesso è suddiviso in una specie di schiuma quantistica ad una distanza molto piccola le fluttuazioni devono cessare (dimensione di planck) e questo corrisponde alla frequenza di 10^43 Hz.
 
Ora vedremo alcune implicazioni della ZPE sull’inerzia e la gravità… qui le cose si fanno toste! Preparatevi a rivoluzionare le vostre idee!
 
 
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La CONNESSIONE dell’INERZIA e della GRAVITAZIONE con la ZPE
 
INTRODUZIONE PRELIMINARE
 
Quando un passeggero in un aeroplano sente la spinta contro il sedile quando l’aereo decolla accelerando o quando un guidatore si sente spinto sulla sinistra perché sta facendo una curva stretta a destra… che cosa è che provoca questa spinta?
Sin dai tempi di Newton questa spinta è stata attribuita ad una proprietà innata della materia… l’inerzia.
Nel 1994 è stato scoperto un processo dove le fluttuazioni del punto zero potrebbero essere la sorgente che genera la spinta su di un corpo quando questo cambia direzione o velocità… l’inerzia.
Se realmente sono le fluttuazioni del punto zero la causa dell’inerzia allora noi sentiamo l’energia del punto zero ogni volta che ci muoviamo.
 
Il principio di equivalenza fra inerzia e gravitazione necessita di una uguale connessione fra la gravitazione e l’energia del punto zero. La teoria della relatività generale (GR d’ora in poi) spiega bene il movimento di un oggetto in caduta libera lungo una geodetica (la distanza più corta fra due punti in uno spazio tempo curvo), ma non provvede un meccanismo valido per generare una forza gravitazionale sugli oggetti quando questi sono forzati dal deviare da una geodetica. Per esempio un aereo che vola non segue la geodetica della curvatura spazio-temporale causata dalla massa terrestre… ma cosa è allora che continua a fargli percepire la forza di gravità?
E’ stato scoperto che un oggetto sottoposto ad una accelerazione o posto in un campo gravitazionale (principio di equivalenza fra campo gravitazionale e accelerazione) sperimenterà lo stesso modello asimmetrico nel campo del punto zero dando origine ad una reazione di forza. Il peso che noi misuriamo potrebbe essere dovuto al campo del punto zero.
 
La possibilità che il mare elettromagnetico del campo di punto zero sia la causa dell’inerzia e della gravità, apre la possibilità che in futuro inerzia e gravitazione siano manipolate… con profondi cambiamenti sull’esplorazione spaziale e altro.
 
Entriamo ora più in dettaglio sull’inerzia, la gravitazione e come lo ZPF influisce su questi.
 
 
Perché F=ma nell’EQUAZIONE del MOVIMENTO?
 
COME UN CAMPO GRAVITAZIONALE PRODUCE UNA FORZA?
 
PERCHE’ LA MASSA INERZIALE E LA MASSA GRAVITAZIONALE SONO LE STESSE?
 
Tutte e tre le domande hanno una risposta che implica lo stesso processo fisico: l’interazione fra il vuoto quantistico elettromagnetico (ZPF, campo del punto zero) e le particelle cariche fondamentali che costituiscono la materia: elettroni e quark.
Tutti e tre gli effetti chiamati in causa dalle tre domande sono riconducibili ad una specifica asimmetria di un altrimenti isotropo e uniforme vuoto quantistico elettromagnetico.
La chiave stà nel fatto che l’asimmetria in uno stato di riferimento accelerato, ma in uno spazio-tempo piatto, è identica a quella di uno stato di riferimento stazionario ma in uno spazio-tempo curvo.
Vediamo ora di spiegare cosa significa questo.
 
E’ stato visto (dalle ricerche di Unruh e Davies) che un sensore in accelerazione rivelerà un irraggiamento tipo Planckiano di calore la cui temperatura apparente è il risultato della radiazione del campo quantico. Una piccola frazione dell’enorme energia elettromagnetica del vuoto quantico può emergere come una reale radiazione nelle appropriate condizioni.
L’esistenza della radiazione di Unruh-Davies è ora generalmente accettata e il fisico ricercatore Pisin Chen del centro SLAC ha recentemente proposto un esperimento per misurarla.
Rueda e Haisch analizzarono un processo simile e trovarono che un oggetto in accelerazione percepisce una energia e un cambiamento nella quantità di moto della radiazione che emerge dal vuoto quantico elettromagnetico e che la forza di questo cambiamento di quantità di moto è proporzionale all’accelerazione.
Se questo flusso di radiazione viene fatto interagire con la materia (a livello di quark ed elettroni) una forza di reazione viene prodotta che può essere interpretata come la causa della forza di inerzia F=ma.
In questa ottica, che chiameremo la teoria dell’inerzia del vuoto quantico, la materia resiste all’accelerazione non a causa di una sua innata proprietà (spiegazione che tra l’altro trovo oscura e inconcludente) ma perché il vuoto quantistico elettromagnetico produce una forza di resistenza proporzionale all’accelerazione.
 
La relatività generale (abbreviativo GR) dice che la gravità può essere interpretata come una curvatura dello spazio-tempo.
Wheeler (grande fisico del nostro secolo) ha coniato il termine “geometrodinamica” per descrivere questo concetto: la dinamica degli oggetti soggetti alla gravità è determinata dalla geometria dello spazio tempo a quattro dimensioni.
Quello che la geometrodinamica specifica è la famiglia di geodetiche (la distanza più corta in uno spazio tempo a quattro dimensioni è una geodetica) in presenza di un corpo gravitante. I corpi in caduta libera e i raggi di luce seguono le geodetiche. Comunque quando un oggetto è costretto a non seguire una geodetica questo stesso corpo sperimenta una forza chiamata peso. Per esempio un aereo che vola non segue la geodetica (che punta verso il centro della terra! Ahi! Boom! Che botta!) e per questo sperimenta la forza peso. Ma se l’aereo segue la geodetica è in caduta libera e noi con lui… ecco perché se volete rimanere senza peso basta volare con gli aerei d’addestramento della NASA che per un pò vanno in caduta libera… non proprio libera ma almeno controllata! Non volete pesare? Seguite le geodetiche!
 
Ma da dove viene questa forza? Come esercita un campo gravitazionale una forza su un oggetto che non è in caduta libera?
Questo è lo stesso identico processo di cui abbiamo parlato prima nella teoria inerziale del vuoto quantistico.
Nell’elettrodinamica stocastica (è una teoria! il vuoto quantistico elettromagnetico è rappresentato da onde elettromagnetiche. Queste onde seguono le geodetiche.
Queste onde che seguono le geodetiche (in pratica è un flusso di onde del vuoto quantico che forma un pò come una cascata di acqua) creano la stessa variazione di quantità di moto rispetto ad un oggetto fisso che nel caso di un oggetto in accelerazione. Questo è perfettamente in accordo con il principio di equivalenza di Einstein fra la gravità e l’inerzia o accelerazione.
Un oggetto fisso sopra un corpo gravitante percepirà il vuoto elettromagnetico quantistico essere accelerato attraverso di esso che è ovviamente analogo ad un corpo che accelera attraverso il vuoto elettromagnetico stazionario in uno spazio-tempo piatto.
 
Qualche esempio intuitivo è necessario per capire bene il concetto.
 
Pensate ad un elicottero che vola, esso sta immerso nel campo gravitazionale terrestre e percepisce quindi la forza di attrazione del campo. Ora la curvatura dello spazio-tempo nei pressi della terra (che è la rappresentazione della forza di gravità nella GR) non fa altro che attirare a se anche le onde elettromagnetiche del vuoto quantico le quali esercitano una pressione sull’elicottero nel “tentativo” di trascinarselo giù per la distanza più breve verso il centro della terra. Quella distanza più breve (che in pratica è perpendicolare alla superficie terrestre) non è altro che la geodetica. Ecco perchè l’elicottero sperimenta la forza peso!
 
In pratica il vuoto elettromagnetico quantistico esiste nello spazio-tempo e se questo spazio-tempo è curvo lui deve seguire per forza la curvatura trascinandosi con se tutto!
 
Potete anche pensare ad un lago su di un altopiano… voi ve ne state sulla superficie del lago a pescare con una barchetta, immaginate che all’improvviso una sponda del lago ceda verso la valle sottostante… l’acqua dovrà per forza scendere a valle e voi con lei! State sperimentando una forza! La stessa forza la sperimentate se iniziate a remare sulla superficie ferma del lago, sperimenterete una inerzia a causa dell’attrito con l’acqua.
Ora sostituite l’acqua con il vuoto quantistico elettromagnetico e la valle sottostante con la curvatura del campo gravitazionale terrestre, voi siete la barca… il gioco è fatto!
 
Bene! Abbiamo risposto a tutte e tre le domande iniziali, ora sicuramente avrete capito le implicazioni che tutto questo ha… se ci fosse un modo per alterare o agire su questo vuoto quantistico elettromagnetico noi potremmo modificare o annullare sia l’inerzia che la forza di gravità! Ma questo lo tratteremo nella sezione dedicata all’antigravità… per ora passiamo alle domande di ripasso!
 
 
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Campo toroidale del Punto Zero
 
 
DOMANDE RIASSUNTIVE E DI APPROFONDIMENTO SUL CAMPO DEL PUNTO ZERO
E LA NUOVA TEORIA DELL’INERZIA\GRAVITA’
 
Che cosa è il campo del punto zero (ZPF) o fluttuazioni del punto zero? Che relazione ha con il vuoto quantistico?
 
Nella fisica moderna il vuoto è ben lontano dall’essere realmente vuoto. Mettiamo da parte tutte le particelle e onde elettromagnetiche che costituiscono la nostra realtà e avremo una zona di spazio apparentemente vuota allo zero assoluto.
In realtà questo vuoto pullula di energia e coppie di particelle (tipo elettrone-positrone o particella-antiparticella) queste nella loro totalità danno vita a: il campo del punto zero elettromagnetico (di cui abbiamo parlato estesamente prima), il campo del punto zero delle interazioni deboli e forti e il mare delle coppie di particelle negative di Paul Dirac.
Tutte queste energie messe insieme formano il vuoto quantistico (che in realtà è pieno!) o campo del punto zero.
Nella nostra trattazione abbiamo preso in esame il campo del punto zero elettromagnetico e le fluttuazioni del punto zero.
Lo ZPF è una ipotesi sviluppata per primo da Max Planck nel 1911. Nel 1947 Willis Lamb, in un famoso esperimento, dimostrò direttamente gli effetti dello ZPF e disse:”è una prova che il vuoto non esiste”.
L’effetto Casimir predetto nell’anno successivo e verificato in laboratorio è un’altra diretta dimostrazione della realtà dello ZPF.
 
Ma da dove viene lo ZPF
 
Immaginatevi un oscillatore… tipo un pendolo. Se non date un pò di energia al pendolo per farlo partire resterà sempre fermo, questa è una cosa molto logica nel nostro mondo… il mondo macroscopico.
Nel mondo microscopico delle particelle le regole sono diverse e sfidano quella che è la nostra logica quotidiana, l’insieme di queste regole viene chiamato meccanica quantistica.
 
Il principio di indeterminazione quantistica di Heisenberg vieta il fatto che il pendolo rimanga in uno stato ben definito, stare fermo è uno stato ben definito e quindi è impossibile che rimanga completamente fermo. C’è sempre un minimo di energia che non si può eliminare proprio a causa delle leggi quantistiche.
Come il pendolo la luce e le altre forme di energia elettromagnetica consistono in oscillazioni… oscillazioni di campi elettrici e magnetici.
Ogni direzione, ogni frequenza e ogni stato di polarizzazione del campo elettromagnetico hanno un minimo di energia grazie al principio di indeterminazione. Mettendo insieme tutti questi modi del campo abbiamo il campo del punto zero, ossia l’insieme di tutte le fluttuazioni energetiche elettromagnetiche.
 
Ma così non si arriva a una energia infinita dello ZPF? Ci deve pur essere un limite da qualche parte!
 
Come abbiamo già detto prima ad una certa distanza le fluttuazioni terminano, questa viene definita distanza di Planck.
All’aumentare della frequenza diminuisce la lunghezza d’onda (distanza fra una cresta e l’altra di un’onda elettromagnetica) e quindi tale lunghezza d’onda non potrà mai essere pari o minore della distanza di Planck, tale lunghezza d’onda corrisponde alla frequenza di 10^43 Hz. Questo è il primo limite.
 
C’è anche un’altra considerazione dà fare. Aumentando l’energia si arriva ad un punto in cui l’elettromagnetismo e le interazioni deboli diventano un’unica interazione elettrodebole. A frequenze molto alte (e quindi alte energie E=hf) lo ZPF cessa di essere un campo puramente elettromagnetico. Ci dovrebbe essere una graduale transizione da un campo puramente elettromagnetico ad uno elettrodebole. A energie ancora più alte questo dovrebbe unificarsi ulteriormente diventando un campo del punto zero gluonico. A questo punto le attuali teorie fisiche non riescono più a spiegare i fenomeni e siamo giunti al limite delle attuali teorie… le stesse teorie che cercherebbero di spiegare il Big-bang e cosa c’era prima. Il problema dell’unificazione permane tuttora anche nella fisica classica e tali problematiche devono essere risolte comunque.
 
Non è lo ZPF un tipo di etere? Non vìola quindi la relatività speciale?
 
No non la vìola. Lo ZPF è costituito da onde elettromagnetiche, una forma di luce. La relatività speciale è basata sulla propagazione della luce e perciò la teoria dello ZPF è in accordo e consistente con essa per definizione.
 
 
Reich, l’orgone e l’energia del Punto Zero
 
Wilhelm Reich (Dobrzcynica, Galizia, 1897 – Lewisburg, Pennsylvania, 1957) è lo psicanalista austriaco appartenente alla seconda generazione dei dissidenti freudiani. Dopo aver studiato biologia, si laureò in medicina nel 1922. Fu attivo a Vienna prima del 1930 in consultori psicanalitici popolari, poi a Berlino, dove collaborò con il Partito comunista tedesco (K.P.D.). Nel 1933, in seguito alla pubblicazione del saggio Psicologia del fascismo, fu espulso dal K.P.D. Costretto all’esilio dall’avvento del nazionalsocialismo, si trasferì negli Stati Uniti, dove fondò, nel Maine un Orgone Institute. Dal 1947 entrò in attrito con le autorità statunitensi per le sue idee politiche e per i sistemi terapeutici da lui adottati. Nel 1956, accusato di ciarlataneria, fu condannato a due anni di carcere: molti suoi libri furono distrutti o requisiti dall’F.B.I., mentre le apparecchiature furono smantellate. Reich morì nel 1957, nel penitenziario di Lewisburg.
 
Secondo Reich, la libido, espressione fondamentale degli organismi viventi, è strettamente legata al sistema neurovegetativo ed è una manifestazione specifica di ciò che Reich definisce “orgone”, un’energia che pervade la natura. L’orgone può essere misurato ed adoperato con fini terapeutici, per i quali lo psicanalista aveva messo a punto appositi “accumulatori orgonici”.
 
Alcuni ricercatori identificano l’orgone con l’etere cosmico, un mezzo elastico e trasparente, ipotizzato, fino all’inizio del secolo XX, come supporto per la propagazione delle onde luminose e per la trasmissione a distanza di forze come quella gravitazionale. L’ipotesi dell’etere cosmico fu abbandonata dopo l’esperienza di Michelson e Morley e con l’elaborazione della teoria della relatività.
 
Nonostante ciò, la nozione di etere continua ad essere considerata valida da studiosi eterodossi, sia perché assimilabile o, in qualche modo, correlata a concezioni tradizionali ed esoteriche (si pensi al prana ed al qi della cultura cinese), sia perché il concetto di vuoto assoluto è stato superato, grazie agli sviluppi della fisica quantistica. Infatti il vuoto non è vuoto. Questo fatto, estraneo ai paradigmi concettuali della fisica classica, è, invece, un dato incontrovertibile per la fisica quantistica. Infatti, se all’interno di un sistema, togliamo ogni particella ed ogni campo, rimane sempre un’energia di fondo, la cosiddetta energia (o fluttuazione) del “vuoto”, definita anche energia del punto zero. Questa energia, rilevata attraverso l’esperimento ideato dallo scienziato olandese Casimir, ancora non è ben conosciuta, ma sembra che rivesta un ruolo fondamentale sul piano cosmico e non solo. L’energia della fluttuazione del vuoto è quantizzata, ovvero non è distribuita in maniera continua, ma in quanti, pacchetti discreti. I quanti di energia hanno la possibilità di creare coppie di elettroni e positroni (le antiparticelle degli elettroni, quindi di carica positiva) che, dopo aver vissuto un’”esistenza” per tempi brevissimi, si annichiliscono a vicenda, riformando il quanto di energia che li aveva generati.
 
Non ho le competenze per affermarlo, ma mi chiedo se esista la possibilità di identificare (si potrebbe forse individuare qualche addentellato) l’orgone con l’energia del punto zero che alcuni scienziati sono tentati di connettere all’energia oscura, alla base presumibilmente dell’espansione del cosmo. Ad ogni modo, non dimentichiamo che, tranne qualche rarissima eccezione, la scienza si occupa di una parte esigua dell’universo, cioè del “velo” elettromagnetico. È stato, infatti, in anni recenti definito un modello cosmico in cui la materia ordinaria luminosa costituisce solo lo 0,5 per cento, mentre l’energia oscura forma il 70 per cento della realtà. Il resto è, per il 25 per cento, materia esotica oscura; infine il 4,5 per cento è materia ordinaria oscura che non irradia né riflette l’energia elettromagnetica (la luce).
 
Come escludere, dunque, l’esistenza di energie che, pur non visibili e non facilmente misurabili, hanno, però, degli effetti? Se l’orgone può essere un mezzo per ridurre o neutralizzare i campi elettromagnetici nocivi per la salute, campi amplificati attraverso le scie chimiche od irradiati da H.A.A.R.P., sarà opportuno approfondire gli studi in questo settore ed avvalerci degli strumenti orgonici che ricercatori indipendenti hanno costruito e sperimentato, pur senza trascurare le altre strategie per tentare di risolvere il problema.
 
 
Fonti:
 
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