DNA e IperComunicazione

 

IperComunicazione, DNA e IperCoscienza

 
Testi e immagini compilati e supervisionati da Marco Stefanelli, PhD
 
 
Coscienza morfogenetica e comunicazione non-locale
 
Ogni giorno 50 miliardi di cellule del nostro corpo vengono distrutte e rigenerate, ogni due settimane tutte le molecole e gli atomi delle cellule del nostro corpo vengono sostituiti da altri.
 
Come è possibile l’interazione costante fra coscienza non-locale e cervello in corpi che cambiano continuamente?
Come può esserci continuità se l’interfaccia fisica è in costante mutamento?
Come si puo’ spiegare la memoria a lungo termine se i costituenti delle membrane cellulari dei neuroni vengono completamente rinnovati ogni due settimane e i miliardi di sinapsi del cervello subiscono un processo di continuo adattamento?
 
E’ possibile che il DNA abbia un ruolo chiave nello scambio di informazioni tra il corpo fisico e la coscienza non-locale poiché esso è fondamentale per la formazione e la funzione di tutte le cellule e di cui forma anche la base dei campi elettromagnetici. Ogni essere vivente ha il suo specifico DNA che è il solo aspetto permanente delle cellule. Quasi tutte le cellule del nostro corpo con le loro specializzazioni e differenziazioni derivano da un’unica molecola di DNA originata al momento del concepimento, successivamente ad esso inizia la divisione cellulare e vengono definite le varie funzioni e differenziazioni delle varie tipologie di cellule pur mantenendo la stessa struttura molecolare del DNA.
 
Come si spiega questo cambiamento di funzioni se la struttura rimane la stessa?
 
Circa il 5/10% del DNA (esone) ha una sua funzione e codifica proteine (ogni proteina è una piccola copia del DNA), mentre il rimanente 90/95% (introne) non ha ancora una funzione codificata e identificata e per questo motivo viene chiamato junk DNA (spazzatura del DNA).
Più è complesso e avanzato l’organismo, maggiore è la percentuale di introne.
 
Alcuni scienziati affermano che il junk DNA venga usato per scambi di informazioni non-locali così come confermato dall’epigenetica secondo la quale il DNA non conterrebbe il materiale ereditario in sé, ma la capacità di ricevere informazioni ereditarie e morfogenetiche (formative) da uno spazio non-locale. Ogni cellula pertanto deve essere in contatto permanente con la “coscienza morfogenetica” tramite il DNA cellulare. Infatti esistono prove che cellule remote siano capace di comunicare con pensieri e sentimenti di cellule “proprietarie”. Esistono evidenze di comunicazione non-locale e istantanea tra la coscienza di un soggetto e i suoi globuli bianchi isolati ad una considerevole distanza, ogni cellula è capace di rispondere via DNA individuale allo stato mentale del proprietario e altresì spiega il fenomeno della “memoria da trapianti” del donatore di organi in cui la personalità e i sentimenti del donatore si riflettono nel paziente trapiantato. Questo fenomeno di “memoria cellulare” dimostra che il DNA è il luogo di risonanza della coscienza non-locale individuale in cui esso funziona da interfaccia con le cellule tramite il processo di risonanza di spin. In questo modo si spiegherebbe la continuità dei corpi in perpetuo mutamento.
 
Il DNA è una molecola con struttura a doppia elica costituita da nucleotidi. Il DNA (acido desossiribonucleico, dall’inglese DeoxyriboNucleic Acid) è un acido nucleico che contiene le informazioni genetiche necessarie alla biosintesi di RNA e proteine, molecole indispensabili per lo sviluppo ed il corretto funzionamento della maggior parte degli organismi viventi.
Dal punto di vista chimico, il DNA è un polimero organico costituito da monomeri chiamati nucleotidi (desossiribonucleotidi o deossiribonucleotidi). Tutti i nucleotidi sono costituiti da tre componenti fondamentali: un gruppo fosfato, il desossiribosio, uno zucchero pentoso e una base azotata che si lega al desossiribosio con un legame N-glicosidico. Le basi azotate che possono essere utilizzate nella formazione dei nucleotidi da incorporare nella molecola di DNA sono quattro: adenina, guanina, citosina e timina (mentre nell’RNA, al posto della timina, è presente l’uracile).
 
nucleotidi sono molecole che formano le unità trutturali del DNA e RNA e rivestono anche un ruolo centrale nel metabolismo e nel funzionamento delle cellule come fonte di energia e cofattori di reazioni enzimatiche partecipando alle comunicazioni cellulari.
Il DNA può essere più correttamente definito come una doppia catena polinucleotidica (A, T, C, G), antiparallela, orientata, complementare, spiralizzata, informazionale.
 
L’ordine nella disposizione sequenziale dei nucleotidi costituisce l’informazione genetica, la quale è tradotta con il codice genetico negli amminoacidi corrispondenti. La sequenza amminoacidica prodotta, detta polipeptide, forma le proteine. Il processo di traduzione genetica comunemente chiamata sintesi proteica è possibile solo in presenza di una molecola intermedia di RNA, che è generata per complementarità con le quattro basi dei nucleotidi del DNA in un processo noto come trascrizione.
Tale processo non genera solo filamenti di RNA destinati alla traduzione, ma anche frammenti già in grado di svolgere svariate funzioni biologiche ad esempio all’interno dei ribosomi, dove l’RNA ha una funzione strutturale. L’informazione genetica è duplicata prima della divisione cellulare, attraverso un processo noto come replicazione del DNA, che evita la perdita di informazione nel passaggio tra diverse generazioni cellulari.
 
Negli eucarioti (piante, funghi, animali, protisti e cromisti), il DNA si complessa all’interno del nucleo in strutture chiamate cromosomi. Negli altri organismi, privi di nucleo, esso può essere organizzato in cromosomi o meno; nei batteri è presente un’unica molecola di DNA circolare a doppia catena, mentre i virus possono avere genomi a DNA oppure ad RNA. All’interno dei cromosomi, le proteine della cromatina come gli istoni, le coesine e le condensine, organizzano il DNA e lo avvolgono in strutture ordinate. Queste strutture guidano l’interazione tra il codice genetico e le proteine responsabili della trascrizione, contribuendo al controllo della trascrizione genica.
 
La funzione del DNA è diversa per ogni tipologia di cellule e con le sue diverse combinazioni A, G, T e C viene spesso paragonata alla tastiera del pianoforte che ha diverse ottave contenenti sette tasti bianchi e cinque neri, toni e semitoni, con ogni ottava che è una replica della precedente. Con questi pochi tasti e note ogni compositore è capace di creare la sua melodia personale e originale con possibilità virtualmente illimitate.  
 
Qual è esattamente la funzione del DNA?
 
Dopo i primi grandi entusiasmi dalla scoperta della struttura completa del DNA umano si è passati ad una fase meno chiara e perplessa visto che i meccanismi rimangono tuttora un mistero per la scienza convenzionale.
 
Secondo il fisico e scienziato quantistico Niels Bohr lo sviluppo del DNA negli esseri viventi è un processo quantistico e quindi non-locale che lo rende fondamentalmente inconoscibile.
Il fisico Schrodinger ipotizza che il DNA degli organismi viventi abbia dei “recettori” e una potenziale risonanza per ricevere e decodificare l’informazione biologica dallo spazio non-locale.
Secondo il fisico e scienziato computazionale Peter Marcer gli organismi viventi ottengono l’informazione olografica e quindi non-locale solo attraverso il DNA e che tutta l’informazione si trovi memorizzata sotto forma di funzioni d’onda nello spazio non-locale.
Il ricercatore e anestesiologo Stuart Hameroff vede il DNA come un computer quantistico in cui la sovrapposizione quantistica avviene durante una organizzazione coerente di fotoni e nell’auto-organizzazione dei processi biologici.
 
I campi elettromagnetici del cervello e del cuore sono molto più potenti di quelli dei biofotoni ma considerando i campi elettromagnetici (fotonici) come un fenomeno biologico quantistico possiamo valutare questi ultimi molto più deboli anche come effetto delle informazioni che provengono dallo spazio non-locale attraverso il DNA.
 
Tutta la materia, inclusa quella di molecole e atomi, è composta dal 99,99% di vuoto o vacuum e questo viene saturato con energie e informazioni originate nello spazio non-locale, proprio come tutto l’universo introno a noi. Il risultato è che il nostro DNA è sempre in comunicazione con tutte le forme possibili di informazioni dello spazio non-locale.
 
Si potrebbe paragonare il DNA al processore di un computer che consiste in un minuscolo cristallo oscillante e milioni di transistor, è in continuo movimento e si accende e si spegne elaborando dati a una velocità di miliardi di bit al secondo. Il processore non contiene in sé nessuna informazione ma riceve e trasmette le informazioni codificate sottoforma di onde elettromagnetiche a specifiche frequenze.
L’attività oscillante provoca la risonanza tra le molecole con identiche frequenze producendo così un insieme coerente di molecole vibranti creando potenti pattern di interferenza che non solo si comportano come un complesso ma in effetti divengono un tutt’uno.    
 
Come conferma il biologo Rupert Sheldrake i campi morfogenetici sviluppano una forma non energetica di trasferimento di informazioni che li rende simili ai campi di probabilità della fisica quantistica. Il trasferimento di informazione bidirezionale fra il campo e le strutture delle cellule viventi ha luogo per mezzo del fenomeno della risonanza a specifiche frequenze e persino al più piccolo livello subcellulare dello spin degli elettroni e della risonanza magnetica nucleare.
Tutte le cellule del corpo comunicano l’una con l’altra e con i campi di coscienza tramite risonanza, ormoni e proteine messaggere. La comunicazione che consente la continuità di funzionamento avviene entro nanosecondi quasi vicino alla velocità della luce.
 
L’ereditarietà è perciò un sinonimo di memoria ed è una proprietà della coscienza e anche un principo biologico a seconda del livello in cui lo stesso tipo di informazioni funzionano e si manifestano non-localmente. Memoria e coscienza formano tramite il DNA il legame tra passato e futuro. La coscienza è il deposito non-locale delle esperienze passate e la ricezione delle informazioni si basa sul nostro libero arbitrio e intenzione, sulla nostra attenzione e concentrazione e quindi sullo stato mentale e il livello della nostra coscienza.
 
Secondo lo psicologo e psichiatra svizzero Carl Gustav Jung la coscienza umana condivisa è simile all’inconscio collettivo. Jung riconosce il sé come un aspetto più elevato di coscienza intorno all’ego inteso come coscienza di veglia condizionata e che comprende sia le componenti consce che inconsce della personalità. L’individualità risulta quindi distinta dall’ego incarnato. La componente inconscia è in contatto con altri aspetti dell’inconscio collettivo umano di cui quello individuale ne forma una parte e ciascuna parte ha un legame non-locale con il tutto.
 
Esistono evidenze e prove che le cellule isolate siano in grado di comunicare e rispondere ai pensieri e ai sentimenti del proprietario. Cleve Backster, l’inventore della macchina della verità, ha condotto anche esperimenti con piante e globuli bianchi registrando cambiamenti della conduttività delle foglie delle piante che rispondevano a pensieri emotivi o negativi e questo anche dopo che le foglie erano state macinate. Sui globuli bianchi (leucociti) mantenuti in vita in un elemento di coltura e isolati in una gabbia di Faraday registrò reazioni delle cellule quando il soggetto proprietario, a più di dodici chilometri di distanza, visualizzava immagini orribili o sessualmente eccitanti. Registrò anche anomalie nella conduttività della pelle del soggetto trovando prove di comunicazione istantanea e non-locale fra la sua coscienza e i suoi leucociti. Questo dimostra che le cellule rispondono attraverso il proprio DNA allo stato mentale del loro proprietario.        
 
In sintesi, il DNA pare essere molto più di una molecola che codifica proteine sulla base di informazioni ereditarie. Nonostante il junk DNA abbia ancora oggi una funzione alquanto sconosciuta vi è una crescente evidenza che questo 95% del nostro DNA svolga un ruolo importante come interfaccia tra la coscienza e il corpo e consenta lo scambio con l’informazione ereditaria dallo spazio non-locale e con la coscienza non-locale.
 
Tutto questo spiegherebbe anche la continuità del nostro corpo in perenne cambiamento.
 
(Dati e informazioni parzialmente estratti da Wikipedia e dal libro “Coscienza oltre la vita”, La scienza delle esperienze di premorte del cardiologo e ricercatore olandese Dr. Pim van Lommel, ediz. Amrita 2016)
 

DNA e comunicazione non-locale
 
 
 
DNA e comunicazione non-locale
 
Le recenti ricerche hanno dimostrato che il DNA e le nostre cellule sono in diretta comunicazione con le emozioni che proviamo rispetto alle nostre esperienze di vita e all’atteggiamento che abbiamo verso di esse. Per ogni emozione, il corpo fisico crea una risposta chimica corrispondente attraverso il rilascio di ormoni e neurotrasmettitori che affermano la vita, come il DHEA (deidroepiandrosterone), o che la negano, come il cortisolo.
 
In questo modo sperimentiamo una chimica dell’amore o dell’odio. Sappiamo che la gioia e la gratitudine hanno un influsso positivo sul nostro organismo e ci fanno sentire pieni di energia e leggerezza, mentre la rabbia e la paura ci fanno l’effetto opposto. Alcune tradizioni olistiche arrivano addirittura ad affermare che malattie come il cancro sono espressione di rabbia, rancore e complessi di colpa irrisolti che emergono dalle parti del corpo in cui sono stati immagazzinati anni prima o persino in vite precedenti. Ha senso quindi trovare un modo per trasformare ciò che ci ha ferito in una nuova esperienza capace di aiutarci.
 
 
Iper-comunicazione ed energia del "Vacuum" dna
 
 
Una interessante ricerca, sul ruolo del DNA in generale, proviene dai ricercatori Grazyna Fosar e Franz Bludorf, autori del libro “Vernetz Intelligence” . Questa si ricollega in qualche modo al pensiero esoterico e alle tradizioni dei “maestri spirituali”, secondo cui il nostro corpo può essere programmato o ri-programmato dal linguaggio, dalle parole (Logos) e dunque dal pensiero. Essi sostengono di poterlo provare scientificamente e che si potrebbe affermare una scienza completamente nuova, capace di ri-programmare il DNA con le sole parole, senza dover prelevare, modificare e reintrodurre singoli geni. Per arrivare a questa affascinante conclusione, i due si sono messi ad esplorare proprio il “junk DNA“, assieme a linguisti e genetisti, partendo dall´idea che tutto il DNA umano, oltre ad essere responsabile della struttura del nostro corpo, servirebbe anche come elemento di comunicazione o iper-comunicazione, l’iper-comunicazione è uno scambio di dati a livello di DNA mediante il codice genetico.
 
Dato che tale codice possiede una struttura che è alla base di tutte le lingue umane, vengono naturalmente trasportate anche informazioni superiori capaci di emergere alla coscienza umana dove verranno interpretate. Per dimostrare questa teoria, hanno applicato le regole sintattiche (il modo di mettere insieme le parole per formare le frasi), semantiche (lo studio del significato delle parole) e le regole base della grammatica allo studio del DNA, che secondo loro agirebbe proprio come un linguaggio. Questo, secondo i ricercatori, spiegherebbe il misterioso insorgere del Logos e della coscienza nell´essere umano.
 
Il biofisico e biologo molecolare Pjotr Garjajev, membro dell’Accademia russa delle scienze e dell’Accademia delle scienze di New York, ed i suoi colleghi hanno invece analizzato le qualità vibrazionali del DNA, ovvero le sue frequenze. E sostengono che la sostanza del DNA (se considerata nel tessuto vivo) reagisce alle onde elettromagnetiche, sia luminose che radio, se vengono utilizzate quelle giuste. Questo spiegherebbe perché per il nostro DNA reagire alle frequenze (onde sonore) del linguaggio sarebbe perfettamente naturale.
 
I ricercatori del gruppo di Mosca sostengono inoltre di aver creato delle tecniche per influenzare il metabolismo delle cellule attraverso frequenze di luce e onde radio per riparare i difetti genetici senza interventi invasivi. Arrivando persino a riprogrammare le cellule e trasformare, per esempio, embrioni di rana in embrioni di salamandra.
I ricercatori russi dicono anche di aver scoperto che il nostro DNA può creare delle interferenze nel vuoto, arrivando a produrre dei “tunnel spaziali”, equivalenti nel mondo del micro ai cosiddetti “ponti Einstein-Rosen” del mondo del macro.
 
I ponti di Einstein-Rosen, si chiamano così perché furono teorizzati da Einstein quando lavorava a Princeton con Nathan Rosen negli anni ’30. I due scoprirono che le equazioni della relatività proposte dal fisico tedesco Karl Schwarzschild rappresentavano i buchi neri come in un ponte tra due regioni dello spazio-tempo, ovvero un collegamento tra aree distanti nell’universo, attraverso i quali si può trasmettere, in teoria, al di fuori del continuum spazio-temporale, perfino da un Universo ad un altro.
 
 

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Scoperte russe su DNA e ipercomunicazione (1)
 
compilato da Marco Stefanelli, Ph.D
 
 
Scoperte russe su DNA
 
Saggi e rishi vedici, guru e maestri spirituali sanno da migliaia di anni che il nostro corpo è programmabile col linguaggio, le parole e il pensiero. Tutto questo adesso è stato provato scientificamente in laboratorio e spiegato da vari ricercatori.
 
Il DNA umano agisce come una versione biologica di Internet ma è superiore a quello artificiale in molti modi. La ricerca russa più recente spiega direttamente o indirettamente i fenomeni come chiaroveggenza, intuizione, guarigioni spontanee e remote, tecniche di affermazione, auree e luci inusuali attorno alle persone (maestri spirituali), l’influenza della mente sui modelli temporali e molto altro. In aggiunta, ci sono evidenze per un nuovo tipo di medicina in cui il DNA può essere influenzato e riprogrammato con parole e frequenze, senza sezionare e sostituire i singoli geni.
 
 
Le sequenze di DNA “scarto” sembrano linguaggio parlato
 
Solo il 10% del nostro DNA è utilizzato per costruire proteine. E’ questa la parte del DNA di cui si interessano i ricercatori occidentali, è stata esaminata e catalogata. Il restante 90% della molecola è considerata “scarto”.
I ricercatori russi, invece, sono convinti che la Natura non sia così sciocca. Hanno messo insieme linguisti e genetisti in una avventura per esplorare questo 90% di DNA “scarto”. I loro risultati, scoperte e conclusioni sono semplicemente rivoluzionari!
 
In base alle loro scoperte, il DNA umano non è solo responsabile della costruzione del nostro corpo, ma è anche un mezzo di immagazzinamento di dati e informazioni.
 
I linguisti russi hanno rilevato che il codice genetico, specialmente nel 90% “scarto”, segue le regole del nostro linguaggio umano. Hanno confrontato le regole della sintassi (il modo in cui le parole sono messe assieme per formare frasi), semantica (lo studio del significato delle parole) e le regole di base della grammatica ed hanno scoperto che gli alcalini del nostro DNA seguono la normale “grammatica” e con le stesse regole del nostro linguaggio. D’altronde, i linguaggi umani non sono apparsi per coincidenza, ma come riflesso dei modelli ereditari nel nostro DNA.
 

Il DNA può essere modificato da modelli sonori e dal linguaggio parlato
 
Il biofisico e biologo molecolare russo Pjotr Garjajev ed i suoi colleghi hanno anche esplorato il comportamento vibrazionale del DNA. In sintesi, il concetto di fondo è stato: “I cromosomi vivi funzionano come un computer olografico, usando radiazioni laser endogene nel DNA”. Hanno provato, ad esempio, a modulare certi modelli di frequenze (suono) in un raggio tipo laser, che ha influenzato la frequenza del DNA e questo ha modificato da solo l’informazione genetica.
 
Premesso che la struttura base del DNA e il linguaggio sono simili, non è necessaria alcuna decodifica del DNA. Si possono usare semplicemente parole e frasi del linguaggio umano!
 
Questo è stato provato scientificamente. La sostanza viva del DNA (nel tessuto vivo, non in vitro) reagisce ai raggi laser modulati dal linguaggio e anche dalle onde radio, se viene usata un’appropriata frequenza (suono).
Tutto questo spiega scientificamente perché affermazioni, ipnosi e simili possano avere un effetto tanto potente sugli esseri umani e i loro corpi. E’ completamente normale e naturale per il nostro DNA reagire al linguaggio.
 
 
I modelli del DNA possono essere trasmessi ad altri organismi
 
Mentre i ricercatori occidentali estraggono un singolo gene dal DNA e lo inseriscono da qualche altra parte, i russi hanno creato un dispositivo che influenza il metabolismo cellulare attraverso frequenze radio e luminose, riparando anche difetti genetici. Inoltre hanno catturato i modelli informativi da una particolare molecola di DNA e li hanno trasmessi ad un’altra. Le cellule sono state così riprogrammate con un genoma diverso.
Hanno trasformato con successo, per esempio, embrioni di rana in embrioni di salamandra semplicemente trasmettendo il modello di informazione del DNA. Tutte le informazioni necessarie per creare una salamandra sono state trasmesse in una rana senza effetti collaterali o disarmonie come quelle causate dall’asportare e reintrodurre singoli geni dal DNA.
 
Questo metodo rappresenta una affascinante rivoluzione che potrebbe cambiare il mondo: semplicemente applicando una vibrazione (frequenze sonore) e il linguaggio, otteniamo un effetto di clonazione senza usare l’arcaica procedura del “taglia e incolla”.
 
Questo esperimento punta all’immenso potere della genetica ondulatoria, che ovviamente ha un’enorme influenza sulla formazione degli organismi e sui processi biochimici delle sequenze alcaline.
I maestri esoterici e spirituali sapevano da secoli che il nostro corpo è programmabile dal linguaggio, dalle parole e dal pensiero. Ora è scientificamente provato e spiegato. La frequenza però deve essere quella giusta e questo è il motivo per cui non tutti hanno uguale successo o possono sfruttare effetti della coscienza con lo stesso livello di forza. Ogni individuo deve lavorare sui suoi processi interiori e di sviluppo per poter stabilire una comunicazione cosciente col DNA. Più è sviluppata ed elevata la coscienza dell’individuo, meno è necessario l’utilizzo di dispositivi artificiali ed ognuno può raggiungere più facilmente da solo i risultati.
 
 
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Iper-comunicazione ed energia del “Vacuum”
 
Gli scienziati russi hanno scoperto che il DNA può creare modelli invisibili e strutturati nell’energia del vuoto nello spazio, questo crea i cosiddetti wormholes magnetici (buchi di verme) a cui si riferiscono gli studi di Garjajev e Poponin sul fenomeno da loro chiamato “Effetto DNA Fantasma”. I wormholes sono l’equivalente dei cosiddetti ponti Einstein-Rosen nelle vicinanze dei buchi neri che si manifestano dopo la “morte” delle stelle. Questi sono tunnel di comunicazione tra diverse aree dell’universo, tramite i quali l’informazione può essere trasmessa fuori da spazio e tempo.
 
Il DNA attrae bit di informazione e li passa alla nostra coscienza. Questo processo di iper-comunicazione (telepatia, channeling, ecc.) è più efficiente in stato di rilassamento nel cosiddetto stato alpha. Lo stress, le preoccupazioni o l’iperattività intellettuale blocca il successo dell’iper-comunicazione o comunque le informazioni ricevute vengono totalmente distorte, diventando inutili.
 
In Natura l’iper-comunicazione viene applicata con successo da milioni di anni. La vita organizzata degli insetti lo prova pienamente. L’uomo moderno la conosce solo al suo livello più basso come “intuizione”. Possiamo però riacquistarla pienamente. Ci si riferisce qui agli studi dei “campi morfogenetici” come documentati per primo dal Dr. Rupert Sheldrake. Un esempio in Natura lo si ha quando l’ape regina viene separata dalla colonia, le restanti api operaie continuano a costruire seguendo il piano prestabilito. Se la regina però viene uccisa, tutto il lavoro della colonia si ferma. Nessuna ape sa cosa fare. Sembra che la regina trasmetta i “piani di costruzione” indipendentemente da spazio e tempo, attraverso la coscienza di gruppo. L’importante è che sia viva.
 
Negli umani l’iper-comunicazione si osserva quando una persona ottiene all’improvviso un’informazione che è fuori dalle sue conoscenze di base come documentato nel libro “L’intelligenza in rete nascosta nel DNA” di Grazyna Fosar e Franz Bludorf(2). Questa iper-comunicazione viene considerata come una ispirazione o una intuizione, come avviene per esempio durante la canalizzazione in stato di ipnosi e di trance.
 
Negli umani, spesso si ha un fenomeno di iper-comunicazione quando improvvisamente si ha accesso ad informazioni al di fuori della propria conoscenza personale. Questa iper-comunicazione transpersonale viene descritta come ispirazione, intuizione o trance. Lo psicologo Carl Jung definiva queste esperienze come “sincronicità” e per spiegarle faceva ricorso alla sua teoria dell’ “inconscio collettivo”.
Il compositore italiano Giuseppe Tartini, sognò una notte che il demonio sedeva al suo fianco, suonando il violino. La mattina dopo Tartini fu capace di appuntarsi il brano esatto presente nei suoi ricordi. Lo intitolò La Sonata del Trillo del Diavolo.
 
Per anni, un infermiere di 42 anni ha sognato una situazione in cui era connesso ad una specie di CD-ROM colmo di informazioni. Informazioni verificabili di ogni tipo immaginabile gli vennero trasmesse e fu capace di ricordarsene al mattino. Si trattava di un fiume di informazioni pari a quelle di una intera enciclopedia. La maggioranza di queste erano fuori dalla sua cultura di base e raggiungevano un dettaglio tecnico di cui non sapeva assolutamente nulla.
 
Esistono moltri altri esempi. Il grande matematico Srinivasa Ramanujan espose formule matematiche a fine ‘800 così avanzate che vengono ancora usate nella fisica iper-dimensionale. Quando gli venne chiesto come ci riuscì, disse che semplicemente che le ricevette dalla “Dea Namakkal” nei suoi sogni.
Diversi bambini prodigio sembrano seguire questa linea, sviluppando incredibili abilità fin da giovanissimi. Questo tipo di fenomeni non sono stati ancora adeguatamente spiegati, come persone con problemi cognitivi mostrano incredibili talenti. Nel film “Rain Man” di Dustin Hoffman si parla proprio di questo.
 
Tutti questi casi di iper-comunicazione, secondo i ricercatori russi si possono spiegare attraverso l’esistenza di ponti energetici, che si formano a livello del DNA, dei veri e propri buchi neri genetici, che trasmettono e ricevono mediante le onde elettromagnetiche prodotte dalla coscienza, sia in forma di pensieri che di parole. D’altronde, l’idea che la coscienza e il pensiero influiscano sulla materia non è poi così bizzarra. Che i nostri corpi producano delle aure elettromagnetiche è risaputo, sono state anche misurate. L’armonia del corpo su un piano strettamente fisico è armonia elettro-chimico-magnetica.
 
L’antica filosofia cinese taoista fonda i suoi principi sull’esistenza di un’energia chiamata Chi, la quale è formata da due componenti: Yang (energia, +) e Yin (materia, -), l’una non può esistere senza l’altra. Tutto l’esistente è dato dalle interazioni di Yin e Yang. In fisica vige la definizione di energia data da Einstein con la celebre formula della relatività: E=mc2 (Energia=massa per velocità della luce al quadrato). La formula indica chiaramente come materia ed energia siano strettamente connesse, se non persino due aspetti della stessa realtà. Tutto ciò che esiste è formato da materia (massa) ed energia. Anche l’uomo. Ogni cosa differisce da un’altra perché il suo insieme particolare è diverso; ogni cosa è diversa perché particolari e differenti sono le masse e le energie che la compongono.
 
La teoria della relatività di Einstein ha dimostrato che la materia è una forma di energia. La meccanica quantistica, che studia gli atomi e le particelle che compongono la materia, in seguito ne ha evidenziato la natura ondulatoria. Generalmente immaginiamo queste particelle (protoni, elettroni e così via) come piccolissime sfere, ma in realtà esse hanno proprietà paradossali. Hanno caratteristiche vibratorie, ondulatorie, cioè in pratica sono oscillazioni nello spazio, non molto diverse dalla luce e dai campi elettromagnetici. Il fisico e chimico dell’Ottocento, Michael Faraday, che aveva intuito il concetto di “campo” in fisica, disse: “Nell’universo esistono solo campi matematici di forza”. Se prendiamo una bussola, vediamo che l’ago si rivolge verso Nord, perché è immerso nel campo magnetico terrestre. Le onde radio, Tv o dei telefoni cellulari sono dei campi, in questo caso elettromagnetici, che si propagano alla velocità della luce. Un campo fisico ancora più comune è quello della gravità: un sasso lasciato a mezz’aria cade a terra poiché siamo immersi nel campo gravitazionale terrestre. Le particelle sub-atomiche non sono sfere o corpuscoli ma piuttosto dei “campi fisici”, qualcosa di più “immateriale” rispetto a quello che abitualmente immaginiamo. A questi livelli l’energia implicita nella materia si manifesta in una forma più pura, più sottile, come un codice o un’informazione. Il concetto di informazione però implica il concetto di mente e di consapevolezza, e poiché noi siamo esseri coscienti dotati di mente che vivono nell’universo materiale, dobbiamo essere connessi in qualche modo con questi campi fisici fondamentali.
 
(1) Dati e informazioni parzialmente tratti da Vernetzte Intelligenz – von Grazyna Fosar und Franz Bludorf / L’intelligenza in rete nascosta nel DNA – Il legame genetico che ci mette in comunicazione con tutto l’Universo, di Grazyna Fosar e Franz Bludorf, Macroedizioni, 2006.
 
(2) Von Grazyna Fosar und Franz Bludorf – www.fosar-bludorf.com
 
 
Il DNA diventa musica
 
Dal “Corriere delle Sera” – 10 settembre 1992
 
Si tratta di sinfonie musicali ottenute ricopiando le sequenze delle quattro unità chimiche che formano la molecola del DNA, spiega David Deamer, biofisico dell’Università di Davis, il primo a tradurre i geni in musica.
 
Ogni unità di Dna rappresenta un’aria musicale autonoma, aggiunge Susan Alexander, compositrice e docente di musica alla California State University, proprio come nelle Quattro Stagioni di Vivaldi o nella Nona sinfonia di Beethoven. La molecola che determina le caratteristiche genetiche di ciascun individuo varia da persona a persona e le sinfonie sono perciò infinite, dato che la configurazione delle quattro componenti chimiche è sempre diversa. Alcuni individui hanno un Dna musicale noioso, lento e ripetitivo, continua Deamer, altri invece possono suggerire musiche simili al jazz, altri al blues, le possibilità sono davvero infinite.
 
In America è già iniziata la corsa alla scoperta dei propri geni in musica, basta andare in un laboratorio medico, farsi determinare la struttura del proprio Dna e affidare i risultati a un compositore. Deamer dice che gli americani vanno pazzi per questa nuova esperienza di poter finalmente dire: “Questa è proprio la mia musica!”.
 
 

Audio Albums specifici:
 
 
Album dedicato all’Armonizzazione e Rigenerazione del DNA con oltre 50 minuti di musica e sonorità. I brani sono progettati per riarmonizzare e riequilibrare i Chakras e le frequenze delle eliche del DNA.