Musicoterapia: Nascita, Cuore e Cervello
Testi ed immagini compilati e supervisionati da Marco Stefanelli
La Nascita
L’uomo entra in contatto con il suono e la musica già nella vita intrauterina, ascoltando il battito cardiaco, la respirazione, la circolazione sanguigna e i gorgoglii intestinali della madre. A questi suoni e rumori interni si associano quelli esterni che, in qualche modo, influenzeranno la vita futura. Nel mondo intrauterino il liquido amniotico permette la rapida trasmissione dei suoni, così che già al quinto mese il feto riesce a distinguere e ricercare la voce della madre. L’ovulo fecondato è già in contatto con le pulsazioni del cuore materno, con i movimenti uterini, addominali e respiratori. Il suo istinto vitale è in relazione con i battiti del cuore materno che invia il sangue tramite il cordone ombelicale. Al sesto mese l’embrione ha completato lo sviluppo dell’apparato uditivo e percepisce i suoni trasmessi tramite il liquido amniotico. L’embrione è particolarmente sensibile alla voce della madre, come confermano le ricerche di due grandi esperti del suono: Alfred Tomatis e Rolando Benenzon.
Tomatis dimostra che il neonato riconosce la voce della propria madre (e solo quella) filtrata in modo da simulare un ambiente acquatico (amniotico). Grazie all’orecchio elettronico, apparecchio da lui stesso inventato, fa ascoltare a questi bambini la voce della propria madre inizialmente filtrata (come nell’utero) assieme alla musica che l’accompagna poi, a poco a poco, sottratta al filtro secondo un percorso uditivo che varia di caso in caso, fino a culminare con il cosiddetto “parto sonico”, quando la voce della madre diventa più identificabile.
Dice Tomatis: “sentire è un atto fisiologico; ascoltare, un atto psicologico. E’ l’ascolto che fa l’uomo; pensiero e ascolto non si dissociano. Se i rapporti familiari sono cattivi, se si verifica un dramma nella vita di coppia, o più semplicemente se la madre non ha abbastanza nutrito il bambino con il suo linguaggio psicologico, egli rischia di essere uno psicotico o un dislessico, un autistico, un sordo, un balbuziente”. Non è importante il modo con cui la madre comunica col neonato ma il come lo fa, con quanta devozione riesce a relazionarsi con lui. I dettagli della comunicazione non sono importanti, l’importante è metterci quell’ingrediente affettivo che è fondamentale nella vita.
Benenzon rileva che il bambino succhia il latte materno con maggiore tranquillità se il suo orecchio è appoggiato sul lato sinistro del corpo della madre, in modo da poterne udire meglio il battito cardiaco.
Diffondendo in un asilo nido, il suono di una pulsazione cardiaca, si è scoperto che calmava il pianto dei neonati. Questo sembra essere messo in relazione con la ricerca, da parte del neonato, di inserire un suono mancante nel nuovo ambiente (nel caso particolare, il battito cardiaco della madre che lo accompagna durante la gestazione). Risulta evidente che il neonato subisce una sorta di imprinting da parte delle pulsazioni cardiache della madre e che la voce della stessa, assieme al cibo, costituisce un bisogno essenziale.
Cuore e Cervello
Quando viene concepito un bambino il cuore umano inizia a battere prima ancora che il cervello sia formato. Questo apparente paradosso ha portato i medici a chiedersi da dove provenga l’intelligenza necessaria ad avviare e regolare il battito cardiaco.
Campo toroidale del cuore
Gli scienziati dell’Institute of HeartMath (HMI, Istituto di matematica del cuore) di Boulder Creek, in California, collegato all’Università di Stanford, hanno scoperto che il cuore ha il proprio cervello, un autentico cervello con vere e proprie cellule cerebrali. È molto piccolo, ha soltanto circa quarantamila cellule, ma è un cervello e ovviamente è tutto ciò di cui il cuore ha bisogno. Questa è stata una scoperta di enorme importanza che conferma la veridicità delle affermazioni di coloro che per secoli hanno parlato o scritto sull’intelligenza del cuore. Ma gli scienziati dell’HeartMath hanno fatto una scoperta forse ancora più grande riguardo al cuore. Hanno dimostrato che il cuore umano genera il campo energetico più ampio e potente di tutti quelli generati da qualsiasi altro organo del corpo, compreso il cervello all’interno del cranio. Hanno scoperto che questo campo elettromagnetico ha un diametro che si estende dai due metri e mezzo ai tre metri, con l’asse centrato nel cuore. La sua forma ricorda quella acciambellata di un toroide, forma spesso considerata la più unica e primaria dell’universo.
Fiore della vita
Per chi ha studiato entrambi i volumi de “L’antico segreto del Fiore della Vita” queste informazioni sul campo toroidale del cuore suoneranno familiari. Nel Cubo di Metatron si possono trovare i cinque solidi platonici l’uno dentro l’altro, e ciascuno di essi contiene in sé una copia più piccola della forma originale, un cubo dentro un cubo, un ottaedro dentro un ottaedro e così via. Qui sopra è raffigurato un campo elettromagnetico toroidale che sorge dal cuore, con un campo toroidale più piccolo al suo interno, ed entrambi sono centrati sullo stesso asse, proprio come i cinque solidi platonici nel Cubo di Metatron.
Cubo di Metatron
I campi elettromagnetici generati dal cuore permeano ogni cellula e possono agire come un segnale sincronizzatore per il corpo in maniera analoga all’informazione portata dalle onde radio. L’evidenza sperimentale dimostra che questa energia non solo è trasmessa internamente al cervello ma è anche recepibile da altre persone che si trovino nel suo raggio di comunicazione. Il cuore genera il più ampio campo elettromagnetico del corpo.
Il campo elettrico come viene misurato dell’elettrocardiogramma (ECG) è all’incirca 60 volte più grande in ampiezza di quello generato dalle onde cerebrali registrate da un elettroencefalogramma (EEG).
La componente magnetica del campo del cuore, che è all’incirca 5000 volte più potente di quella prodotta dal cervello, non è impedita dai tessuti e può essere misurata a diversi centimetri di distanza dal corpo con uno strumento a Superconduzione di Interferenze Quantiche (SQUID) basato su magnetometri.
E’ stato anche rilevato che le chiare modalità ritmiche nella variabilità della cadenza del battito cardiaco sono distintamente alterate dall’esperienza di differenti emozioni. Questi cambiamenti nelle onde elettromagnetiche, nella pressione sanguigna e in quella sonora, prodotti dall’attività del ritmo cardiaco sono percepite da ogni cellula del corpo a ulteriore supporto del ruolo del cuore quale globale e interno segnale di sincronizzazione.
L’HMI ha riscontrato che la comunicazione cuore-cervello è simile a un dialogo bidirezionale, dinamico e ininterrotto tramite impulsi nervosi, ormoni, neurotrasmettitori, onde di pressione e interazioni dei campi elettromagnetici. Il cuore invia messaggi precisi al cervello al quale esso non solo risponde ma obbedisce.
Il cuore-cervello o sistema nervoso cardiaco intrinseco è una complessa rete di gangli, neuromediatori, proteine e cellule molto simili a quelli cerebrali. Questa rete di circuiti gli permettono di agire anche indipendentemente per apprendere, memorizzare, prendere decisioni e persino “sentire”.
Le informazioni del sistema nervoso intrinseco del cuore insieme ai segnali dei suoi neuroni sensori contribuiscono a sincronizzare l’attività di alcune aree del cervello influenzando fattori psicologici come l’attenzione, la motivazione, la percezione e l’elaborazione emotiva.
Gli scienziati dell’HMI hanno rilevato che il “cuore fisico” ha anche dei canali di comunicazione al di là dello spazio-tempo che operano nel dominio della frequenza e che lo mettono in comunicazione con il “cuore energetico”. Le informazioni codificate riescono ad in-formare l’energia di tutte le funzioni corporee e coordinare i processi fisiologici nel loro insieme.
Le evidenze sperimentali dimostrano che le modalità ritmiche nella variabilità delle onde elettromagnetiche (pressione sanguigna e sonora) generate dal ritmo cardiaco sono modulate dall’esperienza delle varie emozioni, la cui qualità determina il tipo di informazione che il cuore invia alla corteccia cerebrale. Le emozioni divengono quindi un codice frequenziale e biofisico di enorme potere.
E’ stato riscontrato che emozioni positive persistenti nel tempo danno vita ad una particolare modalità chiamata coerenza psicofisiologica. In questa modalità si riscontra uno schema sinusoidale e coerente che induce calma e tranquillità e una maggiore sincronizzazione cuore-cervello che a loro volta trascinano tutti i sistemi fisiologici in risonanza al massimo di efficienza con conseguente sensazione di benessere generale, miglioramenti cognitivi e sociali ed esperienze di consapevolezza e spiritualità.
L’HMI ha chiamato “intelligenza del cuore” questo flusso di profonda consapevolezza prodotto dall’allineamento sincronico con il “cuore energetico” ovvero la fonte dell’intelligenza intuitiva interiore.
Nei testi antichi e nelle tradizioni orali di tutto il mondo si trovano riferimenti a un luogo segreto o speciale all’interno del cuore. Una breve citazione dei versi della Chandogya Upanishad recita: “Vasto come questo spazio esterno è il minuscolo spazio dentro al nostro cuore: in esso si trovano il cielo e la terra, il fuoco e l’aria, il sole e la luna, la luce che illumina e le costellazioni, qualunque cosa quaggiù vi appartenga e tutto ciò che non vi appartiene, tutto questo è raccolto in quel minuscolo spazio dentro al vostro cuore”. Un altro riferimento è costituito dal libro collegato alla Torah detto “La camera segreta del cuore”.