Le soglie di percezione di N.F. Dixon
(Dixon Norman Frank, Subliminal perception the nature of a controversy)
a cura di Marco Stefanelli, Ph.D.
Per quantificare l’energia di uno stimolo in rapporto ad altri, immaginiamolo percorrere una linea continua (vedi figura) partendo da un’estremita’ dove non ha alcuna energia e quindi non viene percepito, fino ad arrivare all’altra, dove l’energia e’ molto intensa, a un punto tale che qualunque individuo ne ha immediata percezione.
Secondo gli studi dell’inglese N.F. Dixon, esistono tre soglie critiche lungo questa linea continua, oltrepassando le quali la percezione e la reazione di un soggetto di fronte allo stimolo si modificano: la soglia di percezione cosciente, la soglia assoluta di percezione cosciente e la soglia fisiologica.
La soglia di percezione cosciente
Al di sopra della soglia di percezione cosciente lo stimolo e’ molto forte, quindi il soggetto e’ perfettamente conscio della sua presenza. Egli lo percepisce chiaramente e puo’ reagire di conseguenza. Questo e’ cio’ che, nella nostra vita quotidiana, consideriamo il modo di percezione abituale. Per sua natura questa soglia puo’ variare da un individuo all’altro o da un momento all’altro nello stesso soggetto. Essa dipende da un diverso grado di attenzione, che puo’ essere influenzata dalla stanchezza, dall’eta’, dalla sensibilita’ dei diversi organi sensoriali o dalla presenza simultanea di altri stimoli.
Sopra la soglia di percezione cosciente, lo stimolo possiede sufficiente energia per provocare nello stesso tempo sia la risposta che la relativa rappresentazione cosciente. In questo caso l’individuo, consapevole dello stimolo, interviene facilmente reagendo per mezzo dei suoi processi intellettuali coscienti e quindi della sua volonta’, cosa non possibile nel caso di percezione subliminale.
La risposta dell’individuo puo’ dunque essere completamente differente a seconda che lo stimolo lo raggiunga a livello subliminale (precosciente) o superliminale (cosciente).
La soglia assoluta di percezione cosciente
Sopra questa soglia, ma sotto la soglia di percezione cosciente, sono situati gli stimoli troppo deboli per essere percepiti coscientemente. Pur non essendo abbastanza forti perche’ il soggetto le percepisca spontaneamente, essi hanno comunque un’intensita’ sufficiente per farsi riconoscere nel momento in cui l’attenzione viene spostata su di essi. Chi di noi non ha una sveglia sul comodino di cui non percepisce piu’ il ticchettio, se non nel momento in cui volontariamente vi pone l’attenzione? Dixon definisce la soglia assoluta di coscienza come il piu’ debole livello d’energia entro il quale un individuo puo’ sentire o vedere uno stimolo.
La soglia fisiologica
Al di sopra di quella che e’ definita la soglia fisiologica, ma sotto il livello assoluto di percezione cosciente, si trovano gli stimoli di intensita’ troppo debole per essere recepiti dalla coscienza, sia volontariamente che involontariamente. Per contro, questi stessi stimoli possono comunque portare a una risposta sensoriale o neuronale responsabile di un effetto fisiologico o di una modificazione osservabile del comportamento. Per fare un esempio, relativamente frequente, si puo’ citare la percezione incosciente di una musica che in effetti non e’ udibile; ma che raggiunge la coscienza sotto forma di canticchiare spontaneo, non intenzionalmente voluto.
Gli stimoli la cui intensita’ e’ talmente debole da non produrre nessuna reazione sensoriale si considerano sotto la soglia fisiologica, la’ dove qualsiasi tipo di percezione e’ completamente assente. Questa e’ la zona del “grande silenzio“, alla cui soglia l’uomo si e’ sempre fermato.
Sotto la soglia fisiologica lo stimolo non puo’ avere risposta.
Sopra la soglia fisiologica ma sotto la soglia di percezione cosciente, lo stimolo possiede sufficiente energia per essere captato dagli organi di senso e produrre una risposta, ma questa energia e’ comunque insufficiente per raggiungere la coscienza. E’ questa la zona di “percezione subliminale” in senso lato.
Quello che importa rilevare qui e’ la capacita’ dello stimolo di evocare una risposta, senza essere peraltro diventato cosciente; risposta sulla quale pero’ l’individuo difficilmente potra’ intervenire per mezzo dei suoi processi intellettuali coscienti.
Schema percezione by Centro Studi Bhaktivedanta
Ogni oggetto fisico ha un’origine psichica perché prima di cristallizzarsi materialmente è stato un’idea e la relativa matrice psichica si può ritrovare nell’oggetto. Ogni oggetto fisico infatti contiene una fonte di energia i cui flussi sono denominati pratyaya in sanscrito. Il pratyaya partendo dall’oggetto stimola gli organi di senso che sono trasduttori energetici primari. Come in un microfono l’energia sonora dei fononi viene trasformata in onda elettrica e inviata ad una piastra magnetica che la registra, così fa la facoltà di senso ricevendo l’onda energetica psichica trasformandola in onda mentale individuale (vritti) e trasmettendola alla mente (manas).
L’onda energetica psichica originaria passa attraverso gli schermi dell’organo di senso, della facoltà di senso e della mente in un processo rapidissimo. L’organo di senso registra per una frazione di secondo e in seguito altri stimoli cancellano i precedenti (persone eccezionali ricordano per 2-4 secondi mentre le persone ordinarie per una frazione di secondo; la mente generalmente ricorda per 2-15 minuti e poi il ricordo comincia a sfumare (curva di Ebbinghaus).
Quando l’onda energetica psichica arriva sul piano mentale l’immagine sonora si compone anche con il contributo delle percezioni di tutti gli altri sensi e poi si dissolve. Essendoci una memoria, però, l’immagine sonora non si annulla ma diventa un ricordo che passa attraverso il filtro della personalità (ahamkara) ed entra nel karmashaya o serbatoio inconscio dove come percezione non è più notata ma vi rimane con tutta la sua carica emotiva. In questo serbatoio di ricordi si creano le dinamiche e gli orientamenti, ovviamente, inconsci che più fortemente influenzano l’individuo nei suoi comportamenti abituali, spontanei e quotidiani.
L’inconscio è la sede di tutti i condizionamenti ed in esso le percezioni, divenute registrazioni, memorie latenti (samskara), formano complessi emotivi che si attraggono e si eggregano per categorie alimentando tutta una serie di complessi omogenei che raggiungono una forza tale da riuscire a destabilizzare l’io storico che può giungere fino a perdere il governo della propria personalità.
Quando l’io si destabilizza possono insorgere diverse psico-patologie che l’individuo non è in grado di contrastare con il solo uso della volontà perché l’io storico non riesce, con le sue sole forze, ad accedere all’inconscio: è necessario che gli si applichi una qualche terapia psicologica o disciplina, eventualmente coadiuvate da musiche e sonorità particolari, per insegnargli come reintegrare e riequilibrare la sua personalità.
Ogni persona ha la propria soglia personale di percezione consapevole che può variare in base allo stile di vita, alle tendenze (Vasana), alle memorie latenti (Samskara), ai condizionamenti e al Karma personale (Sva-Karma). E’ possibile variare questa soglia anche con alcune discipline olistiche di evoluzione personale come la meditazione, lo Yoga, la PNL, il Training Autogeno, l’Audioterapia e l’ascolto evolutivo ecc…
Le persone più evolute e “illuminate” hanno maggiore accesso alle profondità dell’inconscio e ai relativi contenuti. Anche durante lo stato di sogno, con l’uso di sostanze psicotrope e in alcuni casi patologici si può riscontrare un maggiore accesso all’inconscio (Karmashaya), con la differenza che le persone evolute riescono a controllare e gestire al meglio questi contenuti perché hanno la preparazione, le capacità e gli “strumenti” per farlo mentre negli altri casi le persone sono spesso in balìa dei contenuti perché sono quasi sempre al di fuori della loro portata e quindi del loro controllo.
Processo di ascolto fisico-psicologico di McClellan